venerdì 7 dicembre lasciamo Ko Phi Phi e prendiamo una barca per andare alla vicina Ko Lanta, sempre un po' più a sud.
anche Ko Lanta sembra famosissima e promette spiagge paradisiache, e a vederla dal mare l'impressione di certo è ottima fin da subito. spiagge lunghissime e bianche, con tanta vegetazione rigogliosa e palme che sfiorano il bagnasciuga.
anche qui ci avvisano che sarà difficile trovare posto senza prenotazione, ma come al solito riusciamo a cavarcela in modo egregio. infatti incontriamo direttamente sulla barca un ragazzo che ci propone per 600b a notte un bungalov per due persone a pochi metri dalla spiaggia. è un po' più costoso del solito, ma possiamo provare, giusto per avere subito una sistemazione per la prima notte, e poi nel caso cercare di meglio o di più economico per il giorno dopo.
il taxi è compreso nel prezzo, così appena sbarcati il solito fuoristrada con le panche, ma stavolta impolverate, ci porta al "green garden resort", una decina di km più a sud del molo, lungo la costa ovest di Ko Lanta, e dopo 10 minuti abbiamo il nostro bungalov. non è particolarmente bello, ma ha un letto matrimoniale e uno da una piazza e mezzo, ed è davvero a pochi metri dalla spiaggia.
facciamo un bagno e due foto da cartolina alla spiaggia. sembra davvero un bel posto, ma molto molto tranquillo; il classico posto in cui una persona stressata viene a fare 15/20 giorni di amaca in riva al mare, senza pensare a niente per poter finalmente staccare la spina dal "logorio della vita moderna!"
ma io e Renaud siamo in thailandia già dal 15 novembre, e non siamo poi così stressati, e si capisce subito che ko lanta non ci offrirà tanta azione. certo non andiamo in cerca di grandi cose, ma almeno qualche attività interessante non ci dispiacerebbe, giusto per non passare tutto il tempo a dormicchiare sulla spiaggia.
ma è già ora di pranzo, e per il primo pomeriggio sull'isola non riusciamo a trovare niente di interessante da fare.
poco male, dopo pranzo inizio a scrivere per il blog. il lavoro è lungo e ho quasi una settimana d'arretrato, ma per l'ora di cena sono a buon punto, e dopo cena mi son definitivamente rimesso al passo col racconto di tutte le giornate precedenti. bene!
sabato mattina 8 dicembre il risveglio è un pochino faticoso. c'eravamo illusi che essendo vicinissimi al mare non ci sarebbero state zanzare a tormentarci, così per avere più fresco abbiamo lasciato tutte le finestre aperte. errore enorme, e anche dopo aver richiuso tutto le zanzare dentro il bungalov non ci hanno dato tregua per ore e ore. tra zampironi, spray e armi chimiche varie siamo riusciti a terminare la strage delle zanzare e a dormire un po' solo verso le 3 del mattino oltre.
ci alziamo tardi, e abbiamo capito già che l'isola di ko lanta non è troppo entusiasmante per noi. ko lanta in realtà è formata da due isole diverse, forse collegate da un ponte, di ko lanta noi a nord non sappiamo niente e nessuno ne parla; ko lanta yai, quella a sud, dove siamo anche noi, sembra invece un insieme di 3 o 4 lunghe spiaggie, tutte punteggiate da un numero infinito di resort sul mare, che propongono bungalov per dormire, baretti e massaggi thai, niente di più e niente di diverso l'uno dall'altro.
per fortuna ormai sappiamo bene che quando non c'è altro di interessante fa gare possiamo sempre ripiegare sul noleggio del motorino, e così si parte per il tour della costa ovest di ko lanta yai. ovunque passiamo o ci fermiamo vediamo davvero tante ragazze che indossano il velo. anche se la thailandia è prevalentemente buddhista, la piccola minoranza musulmana della popolazione si concentra proprio nel sud, più vicino alla malaysia, che invece è prevalentemente musulmana. e leggendo sulla lonely planet scopriamo che ancora più a sud, tra il 2005 e il 2008 circa ci son stati pesanti scontri tra le due religioni, sfocciati quasi in una piccola guerra locale. ora per furtuna la situazione è stabile da diversi anni, e le due fazioni convivono pacificamente in tutto il paese.
curva dopo curva ci avviciniamo verso l'estremo sud dell'isola, ma dopo una serie di curva in discesa ecco che si materializza di fronte a noi qualcosa da fare ...l'elephant trekking :-)
giornata fiacca per il nostri addestratori di elefanti, e ci propongono subito lo sconto, così dopo una piccola trattativa ci aggiudichiamo per 800b a testa un giro sull'elefante di un ora e una camminata in mezzo alla foresta tropicale, accompagnati da una guida, di un ora e mezza circa. ottimo compromesso tra spesa, cose da vedere e voglia di camminare.
un ragazzo con il motorino ci accompagna per una viuzza starrata fino al villaggio degli addestratori di elefanti, dove possiamo vedere un paio di cuccioli, quattro femmine e un grosso maschio con delle zanne non indifferenti.
ci presentano l'elefantessa che ci porterà in giro nel bosco, non ricordo il nome ma ha 32 anni, un po' più giovane di me, e sembra decisamente tranquilla e ubbidiente. ci fanno accomodare sulla panca di metallo che la nostra elefantina porta sulla schiena, il ragazzo monta sulla testa e si parte!
ci muoviamo lentamente e siamo decisamente sbatacchiati, sembra d'essere sulle montagne russe, e spero che Renaud non soffra il mal di mare. va alla grande il nostro elefante, e piano piano ci porta su per delle salite che sicuramente sarebbero faticose anche per noi a piedi. chissà se nonostante la stazza sente la fatica di portare in groppa tre persone.
e a metà salita il nostro "conducente" ci mostra anche come l'elefante sia ammaestrato per abbattere a comando dei piccoli alberi che poi è in grado di trasportare anche giù per il bosco fino al punto in cui gli abitanti dell'elephant village li utilizzeranno.
in thailandia il dibattito sull'uso degli elefanti è particolarmente complicato, da un lato questi animali rappresentano un mezzo di lavoro e di sussistenza per tante famiglie e anche per intere piccole comunità, specialmente nel nord. dall'altro lato pero' questo animali vengono spesso sfruttati, e non sempre trattati benissimo.
e proprio mentre parliamo di questo con Renaud sentiamo arrivare dal piazzale sotto di noi, da cui siamo partiti poco prima, le urla di un uomo thailandese e i barriti del grosso elefante maschio. non sappiamo esattamente il perché ma forse il grosso maschio non ubbidisce ad alcuni comandi, anzi sembra quasi avvicinarsi in modo minaccioso all'uomo, che urla e lo respinge con un lungo bastone che monta all'estremità un grosso spuntone di metallo.
i barriti e la mole del grosso elefante a noi fanno un po' di impressione, ma a dir la verità il piccolo addestratore thailandese forse è decisamente più aggressivo dell'animale, e alla fine l'elefante sembra quasi cercare riparo dall'arma dell'uomo, rifugiandosi in un angolino che sembra più sicuro, porgendo la schiena ed emettendo dei versi dal tono decisamente sottomesso. chi ha ragione non lo sappiamo, ma il primo pensiero inevitabilmente è "povera bestia". ci guardiamo in faccia con un'espressione un po' dubbiosa io e il comprare viaggiatore.
finita la nostra oretta scarsa di passeggiata nel bosto, quasi stanchi e mezzo strapazzati dall'andamento dondolante dell'elefantessa, ritorniamo a terra e assistiamo allo spettacolo di un piccolo elefante, se non sbaglio di 3 anni, che si esibisce per del bambini biondissimi. lo spettacolo finisce con l'elefantino che massaggia con una zampa il padre dei bimbi, disteso a terra su un materassino, mentre i bambini ridono a crepapelle.
dopo l'elefante conosciamo la nostra guida, che ci accompagna a spasso per il bosco tropicale, in salita lungo il percorso di un piccolo fiume. quando vediamo altri ragazzi che fanno percorsi simili al nostro senza guida, ci rendiamo conto che potevamo fare la stessa cosa da soli, senza pagare. ma in fondo abbiamo speso poco più che per il solo elephant trekking, e il ragazzo è simpatico e ci da delle informazioni interessanti lungo il percorso.
ci fa vedere ad esempio le piante di caffè selvatico, ci indica delle piante le cui foglie si possono mangiare, ma i fiori e i frutti sono estremamente velenosi. ci fa vedere degli alberi dal fusto perfettamente dritto, alti fino a 40 metri e ci dice che ne servono 2 o 3 per costruire una long tail boat, e ci accompagna a vedere anche dei grossi alberi tropicali, il cui tronco raggiunge e forse supera i due metri di diametro, che pare abbiano più di mille anni!
è armato di torcia e ci accompagna anche a vedere una piccola grotta dove ci fa vedere sulla volta dei piccolissimi pipistrelli, tipici della thailandia. dal tetto delle grotta vengono giù due radici che scendono fino ad aggrapparsi al terreno sottostante.
ci dice che possiamo provare a salirci perché è stata testata da un uomo di oltre cento chili di peso. io non ci provo nemmeno, e quando gli dico "se sali tu ti faccio un paio di foto" non mi lascia nemmeno finire di parlare, si leva l chiabatte e ridacchiando sale fino in cima, usando mani e piedi esattamente come una scimmia. wow!
camminiamo ancora un poco nel bosco e dopo circa 45 minuti dalla partenza sbuchiamo in un piccolo spiazzo circolare, con una minuscola cascata. all'inizio quasi ci restiamo male, tanto è piccola, ma quando ci mettiamo in mutande e camminiamo fin sotto l'acqua, la piccola cascata si rivela subito una gran bella doccia fresca. decisamente piacevole dopo la lunga camminata al caldo. riprendiamo fiato sotto l'acqua fresca della piccola cascata, che ok è piccola, ma alla fine s'è dimostrata carina e piacevole. ci diamo un'asciugata sommaria e prendiamo la discesa per il ritorno. una mezz'oretta di camminata e troviamo ad aspettarci un piccolo vassoio con dell'ananas fresco. davvero ottima idea.
altre due foto all'elefantino e si riparte, in sella al motorino, ancora verso sud. in pratica a ko lanta yai ci son solo due strade principali che percorrono l'isola da nord a sud, una sulla costa est e una sulla costa ovest. una terza strada, trasversale collega tra loro le due strade principali più o meno a metà dell'isola.
noi percorriamo la metà sud della costa ovest, in direzione del parco nazionale che occupa la punta sud dell'isola. quando arriviamo all'entrata del parco scopriamo però che la strada in realtà finisce li. si paga 200b a persona per visitare il parco, ma la strada che lo attraversa tutto in tondo non si può percorrere col motorino, ma solo a piedi. una camminata di due ore abbondanti. siamo dei buoni camminatori io e Renaud, ma per oggi la nostra ora e mezza di camminata al caldo l'abbiamo già fatta, quindi decidiamo di desistere e di riprendere la strada in direzione opposta.
s'è fatto tardi e facciamo una sosta per il pranzo lungo la strada, ma in realtà son già le 4 del pomeriggio. il cibo thailandese è sempre ottimo e ritorniamo in hotel soddisfatti. chiediamo informazioni per andare via domani mattina col traghetto, ci concediamo l'ormai immancabile bagnetto del tramonto, doccia a riposino e temporeggiamo fino a cena.
non c'è molto da fare qui una volta passata l'ora della nuotata. si può leggere o scrivere, o riposare, e si finisce per andare a letto presto, dopo aver preparato lo zaino per la ripartenza di domattina.
domani si cambia isola ancora, si cerca di nuovo un letto per dormire, in un posto nuovo; si cerca qualcosa da fare per riempire le giornate, ma non troppo. ormai ci son talmente abituato che per chiudere lo zaino bastano 5 minuti, quante volte lo avrò già disfatto e rifatto? non lo so e non le voglio contare ora, ma son tante le volte.
e mentre ci penso mi rendo conto che sta già finendo il mio 22esimo giorno di viaggio, forse 23 da quando ho messo piede fuori da casa dei miei a Sassari. e il tempo sembra andare davvero troppo veloce in thailandia!
anche Ko Lanta sembra famosissima e promette spiagge paradisiache, e a vederla dal mare l'impressione di certo è ottima fin da subito. spiagge lunghissime e bianche, con tanta vegetazione rigogliosa e palme che sfiorano il bagnasciuga.
anche qui ci avvisano che sarà difficile trovare posto senza prenotazione, ma come al solito riusciamo a cavarcela in modo egregio. infatti incontriamo direttamente sulla barca un ragazzo che ci propone per 600b a notte un bungalov per due persone a pochi metri dalla spiaggia. è un po' più costoso del solito, ma possiamo provare, giusto per avere subito una sistemazione per la prima notte, e poi nel caso cercare di meglio o di più economico per il giorno dopo.
il taxi è compreso nel prezzo, così appena sbarcati il solito fuoristrada con le panche, ma stavolta impolverate, ci porta al "green garden resort", una decina di km più a sud del molo, lungo la costa ovest di Ko Lanta, e dopo 10 minuti abbiamo il nostro bungalov. non è particolarmente bello, ma ha un letto matrimoniale e uno da una piazza e mezzo, ed è davvero a pochi metri dalla spiaggia.
facciamo un bagno e due foto da cartolina alla spiaggia. sembra davvero un bel posto, ma molto molto tranquillo; il classico posto in cui una persona stressata viene a fare 15/20 giorni di amaca in riva al mare, senza pensare a niente per poter finalmente staccare la spina dal "logorio della vita moderna!"
ma io e Renaud siamo in thailandia già dal 15 novembre, e non siamo poi così stressati, e si capisce subito che ko lanta non ci offrirà tanta azione. certo non andiamo in cerca di grandi cose, ma almeno qualche attività interessante non ci dispiacerebbe, giusto per non passare tutto il tempo a dormicchiare sulla spiaggia.
ma è già ora di pranzo, e per il primo pomeriggio sull'isola non riusciamo a trovare niente di interessante da fare.
poco male, dopo pranzo inizio a scrivere per il blog. il lavoro è lungo e ho quasi una settimana d'arretrato, ma per l'ora di cena sono a buon punto, e dopo cena mi son definitivamente rimesso al passo col racconto di tutte le giornate precedenti. bene!
sabato mattina 8 dicembre il risveglio è un pochino faticoso. c'eravamo illusi che essendo vicinissimi al mare non ci sarebbero state zanzare a tormentarci, così per avere più fresco abbiamo lasciato tutte le finestre aperte. errore enorme, e anche dopo aver richiuso tutto le zanzare dentro il bungalov non ci hanno dato tregua per ore e ore. tra zampironi, spray e armi chimiche varie siamo riusciti a terminare la strage delle zanzare e a dormire un po' solo verso le 3 del mattino oltre.
ci alziamo tardi, e abbiamo capito già che l'isola di ko lanta non è troppo entusiasmante per noi. ko lanta in realtà è formata da due isole diverse, forse collegate da un ponte, di ko lanta noi a nord non sappiamo niente e nessuno ne parla; ko lanta yai, quella a sud, dove siamo anche noi, sembra invece un insieme di 3 o 4 lunghe spiaggie, tutte punteggiate da un numero infinito di resort sul mare, che propongono bungalov per dormire, baretti e massaggi thai, niente di più e niente di diverso l'uno dall'altro.
per fortuna ormai sappiamo bene che quando non c'è altro di interessante fa gare possiamo sempre ripiegare sul noleggio del motorino, e così si parte per il tour della costa ovest di ko lanta yai. ovunque passiamo o ci fermiamo vediamo davvero tante ragazze che indossano il velo. anche se la thailandia è prevalentemente buddhista, la piccola minoranza musulmana della popolazione si concentra proprio nel sud, più vicino alla malaysia, che invece è prevalentemente musulmana. e leggendo sulla lonely planet scopriamo che ancora più a sud, tra il 2005 e il 2008 circa ci son stati pesanti scontri tra le due religioni, sfocciati quasi in una piccola guerra locale. ora per furtuna la situazione è stabile da diversi anni, e le due fazioni convivono pacificamente in tutto il paese.
curva dopo curva ci avviciniamo verso l'estremo sud dell'isola, ma dopo una serie di curva in discesa ecco che si materializza di fronte a noi qualcosa da fare ...l'elephant trekking :-)
giornata fiacca per il nostri addestratori di elefanti, e ci propongono subito lo sconto, così dopo una piccola trattativa ci aggiudichiamo per 800b a testa un giro sull'elefante di un ora e una camminata in mezzo alla foresta tropicale, accompagnati da una guida, di un ora e mezza circa. ottimo compromesso tra spesa, cose da vedere e voglia di camminare.
un ragazzo con il motorino ci accompagna per una viuzza starrata fino al villaggio degli addestratori di elefanti, dove possiamo vedere un paio di cuccioli, quattro femmine e un grosso maschio con delle zanne non indifferenti.
ci presentano l'elefantessa che ci porterà in giro nel bosco, non ricordo il nome ma ha 32 anni, un po' più giovane di me, e sembra decisamente tranquilla e ubbidiente. ci fanno accomodare sulla panca di metallo che la nostra elefantina porta sulla schiena, il ragazzo monta sulla testa e si parte!
ci muoviamo lentamente e siamo decisamente sbatacchiati, sembra d'essere sulle montagne russe, e spero che Renaud non soffra il mal di mare. va alla grande il nostro elefante, e piano piano ci porta su per delle salite che sicuramente sarebbero faticose anche per noi a piedi. chissà se nonostante la stazza sente la fatica di portare in groppa tre persone.
e a metà salita il nostro "conducente" ci mostra anche come l'elefante sia ammaestrato per abbattere a comando dei piccoli alberi che poi è in grado di trasportare anche giù per il bosco fino al punto in cui gli abitanti dell'elephant village li utilizzeranno.
in thailandia il dibattito sull'uso degli elefanti è particolarmente complicato, da un lato questi animali rappresentano un mezzo di lavoro e di sussistenza per tante famiglie e anche per intere piccole comunità, specialmente nel nord. dall'altro lato pero' questo animali vengono spesso sfruttati, e non sempre trattati benissimo.
e proprio mentre parliamo di questo con Renaud sentiamo arrivare dal piazzale sotto di noi, da cui siamo partiti poco prima, le urla di un uomo thailandese e i barriti del grosso elefante maschio. non sappiamo esattamente il perché ma forse il grosso maschio non ubbidisce ad alcuni comandi, anzi sembra quasi avvicinarsi in modo minaccioso all'uomo, che urla e lo respinge con un lungo bastone che monta all'estremità un grosso spuntone di metallo.
i barriti e la mole del grosso elefante a noi fanno un po' di impressione, ma a dir la verità il piccolo addestratore thailandese forse è decisamente più aggressivo dell'animale, e alla fine l'elefante sembra quasi cercare riparo dall'arma dell'uomo, rifugiandosi in un angolino che sembra più sicuro, porgendo la schiena ed emettendo dei versi dal tono decisamente sottomesso. chi ha ragione non lo sappiamo, ma il primo pensiero inevitabilmente è "povera bestia". ci guardiamo in faccia con un'espressione un po' dubbiosa io e il comprare viaggiatore.
finita la nostra oretta scarsa di passeggiata nel bosto, quasi stanchi e mezzo strapazzati dall'andamento dondolante dell'elefantessa, ritorniamo a terra e assistiamo allo spettacolo di un piccolo elefante, se non sbaglio di 3 anni, che si esibisce per del bambini biondissimi. lo spettacolo finisce con l'elefantino che massaggia con una zampa il padre dei bimbi, disteso a terra su un materassino, mentre i bambini ridono a crepapelle.
dopo l'elefante conosciamo la nostra guida, che ci accompagna a spasso per il bosco tropicale, in salita lungo il percorso di un piccolo fiume. quando vediamo altri ragazzi che fanno percorsi simili al nostro senza guida, ci rendiamo conto che potevamo fare la stessa cosa da soli, senza pagare. ma in fondo abbiamo speso poco più che per il solo elephant trekking, e il ragazzo è simpatico e ci da delle informazioni interessanti lungo il percorso.
ci fa vedere ad esempio le piante di caffè selvatico, ci indica delle piante le cui foglie si possono mangiare, ma i fiori e i frutti sono estremamente velenosi. ci fa vedere degli alberi dal fusto perfettamente dritto, alti fino a 40 metri e ci dice che ne servono 2 o 3 per costruire una long tail boat, e ci accompagna a vedere anche dei grossi alberi tropicali, il cui tronco raggiunge e forse supera i due metri di diametro, che pare abbiano più di mille anni!
è armato di torcia e ci accompagna anche a vedere una piccola grotta dove ci fa vedere sulla volta dei piccolissimi pipistrelli, tipici della thailandia. dal tetto delle grotta vengono giù due radici che scendono fino ad aggrapparsi al terreno sottostante.
ci dice che possiamo provare a salirci perché è stata testata da un uomo di oltre cento chili di peso. io non ci provo nemmeno, e quando gli dico "se sali tu ti faccio un paio di foto" non mi lascia nemmeno finire di parlare, si leva l chiabatte e ridacchiando sale fino in cima, usando mani e piedi esattamente come una scimmia. wow!
camminiamo ancora un poco nel bosco e dopo circa 45 minuti dalla partenza sbuchiamo in un piccolo spiazzo circolare, con una minuscola cascata. all'inizio quasi ci restiamo male, tanto è piccola, ma quando ci mettiamo in mutande e camminiamo fin sotto l'acqua, la piccola cascata si rivela subito una gran bella doccia fresca. decisamente piacevole dopo la lunga camminata al caldo. riprendiamo fiato sotto l'acqua fresca della piccola cascata, che ok è piccola, ma alla fine s'è dimostrata carina e piacevole. ci diamo un'asciugata sommaria e prendiamo la discesa per il ritorno. una mezz'oretta di camminata e troviamo ad aspettarci un piccolo vassoio con dell'ananas fresco. davvero ottima idea.
altre due foto all'elefantino e si riparte, in sella al motorino, ancora verso sud. in pratica a ko lanta yai ci son solo due strade principali che percorrono l'isola da nord a sud, una sulla costa est e una sulla costa ovest. una terza strada, trasversale collega tra loro le due strade principali più o meno a metà dell'isola.
noi percorriamo la metà sud della costa ovest, in direzione del parco nazionale che occupa la punta sud dell'isola. quando arriviamo all'entrata del parco scopriamo però che la strada in realtà finisce li. si paga 200b a persona per visitare il parco, ma la strada che lo attraversa tutto in tondo non si può percorrere col motorino, ma solo a piedi. una camminata di due ore abbondanti. siamo dei buoni camminatori io e Renaud, ma per oggi la nostra ora e mezza di camminata al caldo l'abbiamo già fatta, quindi decidiamo di desistere e di riprendere la strada in direzione opposta.
s'è fatto tardi e facciamo una sosta per il pranzo lungo la strada, ma in realtà son già le 4 del pomeriggio. il cibo thailandese è sempre ottimo e ritorniamo in hotel soddisfatti. chiediamo informazioni per andare via domani mattina col traghetto, ci concediamo l'ormai immancabile bagnetto del tramonto, doccia a riposino e temporeggiamo fino a cena.
non c'è molto da fare qui una volta passata l'ora della nuotata. si può leggere o scrivere, o riposare, e si finisce per andare a letto presto, dopo aver preparato lo zaino per la ripartenza di domattina.
domani si cambia isola ancora, si cerca di nuovo un letto per dormire, in un posto nuovo; si cerca qualcosa da fare per riempire le giornate, ma non troppo. ormai ci son talmente abituato che per chiudere lo zaino bastano 5 minuti, quante volte lo avrò già disfatto e rifatto? non lo so e non le voglio contare ora, ma son tante le volte.
e mentre ci penso mi rendo conto che sta già finendo il mio 22esimo giorno di viaggio, forse 23 da quando ho messo piede fuori da casa dei miei a Sassari. e il tempo sembra andare davvero troppo veloce in thailandia!
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