sabato 3 dicembre 2011

La partenza per l’atlantico 2011

La partenza per l’atlantico 2011
12/11/2011 11:00 UTC
Su Nemo, costeggiamo la sagoma di las palmas andando verso sud per poi liberarci dalla terra ferma e fare rotta verso i caraibi.
Ehh si! Son passati dei giorni in cui non ho scritto.
Durante i primi giorni a las palmas oltre a salutare gli amici conosciuti lo scorso anno mi sono dedicato e leggere annunci su internet, scrivere a chi aveva pubblicato i suoi e fare delle piccole locandine in formato A5 che prima ho usato per tappezzare il porto e poi ho distribuito perfino di barca in barca su ogni pontile. Credo che poche barche siano sfuggite al mio assalto.
Dopo la passeggiata di fine mattinata a molestar barcos, tappa fissa al saylor bar, luogo di ritrovo di marinai e armatori, chi in cerca l’uno dell’altro e chi no. Una notte in ostello tra le vecchie mail ritrovo uno scambio di mail con sergio imperatore, armatore napoletano di “stella fulgens”, un bavaria 47.
Sergio è in italia ma la barca è in porto a las palmas, così lui mi propone di dormire su stella fulgens per 15 euro a notte (il costo del posto barca) dalla notte del 7 fino alla notte del 13. i 14 arrivano i clienti che hanno noleggiato la barca per l’attraversata quindi non si può più. È così che finalmente la sera del 7 lascio l’ostello e vado a dormire su una barca, almeno mi sento un po’ più marinaio!
La barca di sergio è affidata fino al suo ritorno a fabio, ragazzo italiano cresciuto ad arcore, in brianza. Anche fabio ha mollato tutto e da 5 mesi fa ad oggi ha lavorato come marinaio alla pari su alcune barche che passaggio dopo passaggio l’hanno portato fino a las palmas. Simpatico fabio, e decisamente portato alle pubbliche relazioni. Lui molto più di me ferma tutti, attacca bottone e chiacchiera con tutti quelli che incontriamo.
E così andiamo un po’ in giro insieme, sia in porto che in città. E dopo qualche giorno le facce son sempre le stesse e ci si conosce tutti in porto, ci si saluta e a tutti chiedi se hanno trovato la barca, da dove arrivano e dove vanno. Nessuno invece vuole sapere che lavoro fai, quanto guadagni, “fizzu de ghie se tue”, quando metti su famiglia, che macchina hai e come si chiama il tuo cane.
In porto conosciamo Maud, una ragazza belga partita da bruxelles che è arrivata in bici fino in spagna e poi su una barca, lei e la sua bici, fino a las palmas. Lei e la bici cercano passaggio, magari fino in brasile, per passare il natale in brasile a san paolo dal padre, e poi proseguire in bicicletta fino in patagonia. Vuole andare anche lei ad ushuaia, dove ti mettono quel famoso timbro sul passaporto “fin du mundu”. ...ma com’è che tutti ultimamente vogliono andare ad ushuaia? E se ci andassi anche io?
Poi conosciamo una ragazza austriaca, e dopo 2 giorni lei trova l’imbarco. E una francese che sta con lei, ma io non sono per niente bravo con i nomi.
Conosciamo anche claudio, un ragazzo di terracina che ha “comprato” un attraversata su Nemo, un catamarano nautitec 47 con bandiera italiana, che sta in rada aldilà del molo, come tanti altri che non partecipano alla ARC.
Simpatico anche claudio e ce ne andiamo un po’ in giro per la città e per locali. Compreso il 3x1 che poi scopriamo gestito da italiani e pieno di italiani. Anche li nomi che non ricordo, e poi leo, tuttofare del locale e arrangione di las palmas, e diego, nullafacente rappresentate di pannelli solari, punta di diamante delle nostre partite a bigliardino. Facciamo serata e tra le altre cose ci coinvolgono in una gara di bevute di birra a tempo, a squadre da 2 e ad eliminazione diretta.
Io sono in squadra con sander buyl, belga pure lui. Ci eliminano al primo turno ma con onore, al fotofinish! E poi chi lo sapeva che il belgio è senza governo ormai da oltre 16 mesi. Pensa tu!
claudio è in squadra con leo e fabio con il ragazzo inglese di Cambridge, che mannaggia mi son già dimenticato il nome, e quando parla in inglese lui non lo capisce nessuno. Carino il locale, universitarie erasmus comprese.
Ne succedono di tutti i colori a las palmas e si incontra veramente gente di tutti i tipi. Compresa Adriana, argentina di buenos aires, trasferita 30 anni fa in andalusia, ma che ora sta a las palmas. Dopo il divorzio il marito le ha portato via la casa, la macchina, l’attività e un bel po’ di soldi. E lei tutto sommato è felice perché si ritrova, anche se inizialmente controvoglia, finalmente libera! Libera di fare quello che le piace, di viaggiare, anche di cercare un passaggio attraverso l’atlantico, nonostante nessuna esperienza di navigazione e un bel po’ di anni più di me; per arrivare magari a buenos aires, dove è 30 anni che non va. Peccato, ma non me la sento di mettermi a ballare tango sotto la tenda del saylor bar, troppo tempo che non ballo.
Poi c’è l’amico Massimo di Olbia, che lui già lo conoscevo, e chicco il meccanico aeronautico, che ha comprato una barca e la sta rifacendo da cima a fondo con grande abbondanza di vetroresina e fibra di carbonio. Quando sarà pronta ci navigherà con la moglie e la figlia piccola, prima che cresca tanto da dover andare a scuola riportando tutta la famiglia a fermarsi. E la barca deve essere robusta per andare anche nei mari del nord, ecco perché tutta quella fibra di carbonio; e anche perché chissà dove l’ha fregata :P
C’è anche l’elettricista spagnolo e Carlo, il cameriere che parla 5 o 6 lingue, ride sempre, è carino con tutti i clienti, li saluta tutti, con tutti chiacchiera e si ricorda pure tutti i nomi lui.
E poi conosci Paolo, fotografo di oristano, a las palmas dal 1996 circa, e alessio onida che è sassarese come me, ma non c’eravamo mai visti. Certo chissà dov’era lui mentre io stavo a predda niedda.
Buena vida en las palmas, e mi sa che tra un paio d’anni ci passo l’inverno intero. Quest’anno non posso perché voglio arrivare a panama. Se poi quest’inverno arrivo a panama allora il prossimo vado li a cercare imbarco per il pacifico; e quello dopo, quello si che forse lo posso fare a las palmas, sempre che non ci sia qualche possibilità di fare l’indiano. Ma siamo già troppo avanti nel tempo, ne passerà di acqua sotto i ponti e di mare sotto i piedi. E chissà che sarà successo nel frattempo e dove sarò.
Ma gira che ti gira, chiacchiera chiacchiera, bevi bevi, mangia mangia… il 10 mattina claudio chiama fabio al telefono e gli dice che due persone si son sbarcate dal nemo per problemi loro e gli armatori vorrebbero vederci per farci una proposta. E lo sapevo io che alla fine le cose vanno come devono andare. Chi se ne deve andare se ne va, e chi deve attraversare in un modo o in un altro trova barca, sostituisce, rimpiazza, attraversa! Con un po’ di aiuto di buona volontà e anche di tanto impegno, tutto va nella direzione giusta, proprio com’è giusto che sia. Ed è giusto che io vada ai caraibi, perché in un modo o in un altro ci sarei andato. E allo stesso modo conto di andare a panama, grazie a me e grazie agli eventi che portano a panama chi ci deve davvero andare.
Conosciamo gli armatori di nemo, andrea e valentina, che per attraversare con loro ci chiedono 600 euro a testa.
Nemo deve andare al boatshow di antigua, dal 5 al 9 dicembre, credo per vendere le ultime settimane di noleggi rimaste scoperte, poi da li a saint maartin e poi tortola, in attesa dei primi clienti.
Fabio rifiuta la proposta, quasi sicuro andrà a tenerife per imbarcarsi poi su un amel 56 fino ai caraibi, dove vuole scendere e cercare lavoro sulle barche per tutta la stagione invernale. L’amel poi continua, non si sa con quali tappe, forse anche fino a panama, perché l’armatore vorrebbe fare il giro del mondo.
Io tratto per 450 euro all inclusive e la notte del 10 faccio lo zaino per andare via da stella fulgens e andare a fare la mia prima notte su nemo.
Nel frattempo al pomeriggio è arrivato a las palmas e ho conosciuto di persona sergio imperatore. Insieme a lui arriva anche samuele, che m’ha contattato lui leggendo dei miei annunci dove cercavo barca a las palmas, per chiedermi info e dritte, visto che anche lui sarebbe arrivato qui in cerca di barca.
E così li conosco tutti e 2 e mentre io vado a dormire su nemo samuele prende il posto su stella fulgens, nella stessa cabina e allo stesso prezzo.
In mezzo a tutto questo marasma, non so quando, forse la sera del 9, cenavo a puntillas e birra al saylor, con fabio, la ragazza francese e un inglese che naviga da una vita. E poi parla che ti parla salta fuori che l’inglese è uno dei tanti che crede abbastanza alle teorie dei cosiddetti complottisti e sa tutto di new world order, banche, 9/11, haarp, fluoro e altro. E passiamo ore a parlarne in inglese e a maledire i governi e i Kennedy e i JP Morgan e i Rockfeller e tutti gli altri che tutto questo teatro l’hanno creato e gestito per diventare sempre più ricchi alle spalle di povera gente sempre più povera e sempre più pecora. È così la scala gerarchica, in alto stanno i maiali (le banche) in mezzo i cani (la polizia) in basso le pecore (il popolo). E ha ragione la ragazza francese che non bisogna essere negativi, e anche Sander a dire che pensarci troppo rattrista; ma è pazzesco pensare che ci sia ancora gente che di tutto questo non ha mai nemmeno sentiti parlare. Quando ci sveglieremo?
E allora ieri che è 11 novembre mi sveglio su nemo ed inizio a vederlo un po’ e ad imparare dove stanno le cose. Facciamo 2 preparativi e poi andiamo a terra per soldi, commissioni e telefonate. e anche per un panino fantastico con jamon iberico! il giorno prima avevo preso all’ajuntamento di las palmas il pincode per le biclette gratuite, ma non ho fatto in tempo ad usarlo. E ieri ho fatto un po’ di commissioni e un po’ di ultime scorte prima della partenza.
Il giorno prima di partire tutto quello fai è “l’ultimo per 20 giorni”. L’ultima doccia calda decente, l’ultima puntillas, le ultime patate fritto, l’ultimo panino con lo jamon iberico serrano, minchia che buono!
Ieri sera aglio e oglio in barca e poi di nuovo al saylor bar a bere birre e salutare i vecchi amici.
Salutiamo peppino, il proprietario italiano del saylor che ha li di fronte una barca in alluminio, la figlia giulia, l’amico di peppino brizzolato e cantate.
Saluto massimo il cuoco di olbia e mi faccio dare la sua mail.
Salutiamo carlo e le cameriere. Salutiamo un po’ tutti, barche equipaggi e ragazzi in cerca di barca, e ce ne vogliamo andare perché domani si parte e la sveglia è alle 6.30 ma piove.
Piove e stiamo ancora li, e arriva gente, la signora che non ricordo nemmeno il suo nome, caterina o cammilla mi dice dario, che non attraversa ma sta sulla barca con la ragazza rasta carina, che suona la tromba e che se anche non è italiana parla benissimo ed è stata tanti anni in sicilia. E con loro c’è anche marta, ragazza napoletana che insegna al liceo e ogni tanto fa ripetizioni dalla barca con skype. Carina marta, e anche lei va ai caraibi.
Si sta li a chiacchierare delle solite cose dette già mille volte, e piove, e piove anche sotto le tende, anche se peppino le svuota sollevandole col tira acqua. E alla fine ci rassegniamo e ce ne andiamo sotto la pioggia, con claudio, dario che sta anche lui con noi su nemo, caterina/camilla e marta.
Loro vanno in fino al pontile mentre noi giriamo alla fine della rete e ci avventuriamo sotto la pioggia sugli scogli scivolosissimi.
Per farla breve arriviamo al tender tra mille scivoloni, ci lanciamo dentro anche se è pieno d’acqua e ce ne andiamo a dormire.
Arrivando ad oggi, stamattina sveglia alle 6.30, toilette caffè e cereali. Da oggi si naviga quindi piano con l’acqua. Io e claudio andiamo sul tender a ritirare le cime a terra tirate a poppa del nemo. Recuperiamo tutto, tiriamo su l’ancora e ci avviamo al pontile della capitaneria per fare acqua.
Il tizio del pontile si incazza un po’. Secondo lui nessuno può entrare in porto e mettersi su quel pontile, nemmeno 15 minuti per rabboccare acqua quando te ne stai andando per 20 giorni d’oceano, senza prima essersi fermato nella rada davanti al porto, aver chiesto l’autorizzazione sul canale 11 del vhf ed aver aspettato almeno un ora se non di più. E allora sbraita dal pontile, viene li a discutere con andrea e “ci chiude l’acqua in faccia”. e così anche se i serbatoi non sono del tutto pieni ce ne andiamo via, che vuoi fare.
sbatte fuori noi, uno sloop nero di una 20ina di metri e il lagoon 620 dei francesi arrivato stamattina presto e su cui c’eravamo ormeggiati all’inglese per fare acqua. Bel giocattolo il catamarano da 62 piedi, anche se in effetti è vero se sembra una roulotte, e quanto è carina la marinaia francese cacchio.
Alle 8.00 utc (circa usciamo dal porto)e iniziamo a costeggiare las palmas verso sud per poi lasciarcela alle spalle e proseguire in direzione caribe.
Andiamo a motore perché soffiano solo 2 nodi da nord. 1200/1300 giri, velocità di crociera bassa.
Poco prima delle 9 andrea mette in acqua il primo artificiale e nemmeno dopo 10 minuti sono a poppa dello scafo di sinistra a raffiare una lampuga di un mezzo metro. Così inizio da subito il vecchio rituale dell’atlantico.
La vodka in bocca e nelle branchie non funziona mica, forse la stordisce si, ma la lampuga rimane viva fino a quando non le stacco la testa e inizio il lungo lavoro. Butto la testa in mare, la spancio e levo le interiora e taglio via le parti laterali dell’addome che sono troppo sottili e hanno poca polpa e troppe spine, la spello tutta, la lego e la butto in mare legata per la coda. Trainata per un po’ dietro nemo, la lampuga perde quasi tutto il sangue e tutte le squame rimaste dalla spellatura, così la recupero e separo i 4 tranci che finiscono in sacchetto da frigo. Detto così sembra quasi niente, ma per fare tutto questo si son fatte le 11.00 e la nostra cena di stanotte vola in frigorifero.
Dorme la lampuga in frigo e dorme anche dario mentre claudio e valentina rattoppano uno dei due spi comprati ieri che è pieno di bucherelli minuscoli come se l’avessero mangiato le tarme e io mi ricordo di aggiornare questo diario di viaggio.
si son fatte le 12.30 mentre scrivo, e mentre valentina è ancora alle prese con lo spi andrea è intervenuto a darle una mano, mentre dario si è alzato da un po’ e ha preso il posto di claudio che ora dorme sul divano qui di fianco a dove io scrivo. Dario è un ragazzo che nella vita di terra ha una piccola azienda di elaborazione grafica, animazioni 3D e lavora soprattutto con i video. Ha fatto del lavori interessanti, tanti che non so ma anche uno con musicisti abbastanza famosi. Ed ha qui con lui la sua canon che fa i filmati in HD, e oltre a fare un’esperienza di vita e di navigazione, di questa attraversata dario farà anche un video, o dei video, o un reportage video, di preciso non so.
Questo è l’equipaggio di nemo, che piano piano se ne va 5,6 nodi di sog e prua 235°. Ed ecco li valentina che mi dice “da questo momento mancano 2.648 miglia” ma dritto per dritto bada bene, che chiaramente diventeranno 3000 o di più tra andare un po’ giù verso il 17° parallelo di antigua.
Abbiamo già consumato 14 litri d’acqua a quanto pare, da quando siamo usciti dal porto, ma buona parte per il risciacquo del dissalatore.
Intanto andrea ha aperto il genoa e viaggiamo mure a dritta con genoa e motore e un filino d’aria. Valentina inizia a tagliare le zucchine per la pasta del pranzo e i ragazzi montano il circuito dello spi.
Salvo chiudo e vado anche io.

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