lunedì 17 dicembre 2012

domenica 16 dicembre al parco nazionale

ieri sera, appena rientrati dalla visita al tempio del grande buddha, ci siamo fermati in reception, e come al solito abbiamo passato un bel po' di tempo a chiacchierare con gli altri ragazzi in viaggio, tutti a seduti a leggere, scrivere, o cercare qualcosa su internet dalle panche della reception. e come al solito abbiamo chiesto consigli al nostro amico cinese su dove andare e cosa vedere. così abbiamo deciso di passare una domenica al parco nazionale di Penang, camminare in mezzo alla foresta pluviale fino a monkey beach e affrontare poi la salita di 664 gradini fino al faro, fatto costruire in cima alla scogliera dagli inglesi (se non sbaglio).
monkey beach dista poco meno di 4 km dall'ingresso del parco, e appena partiti troviamo ogni tanto delle pietre segnaletiche o dei cartelli su cui viene indicata la distanza e il tempo mancante per arrivare alla spiaggia. ci sentiamo sportivi oggi, il tempo stimato sui cartelli è di 1 ora e trenta minuti in totale, ma noi siamo sicuri di metterci meno e partiamo a passo spedito.
durante questo mese passato abbiamo sempre camminato tantissimo, in città e fuori, a volte anche 12 o 15 km in un giorno, forse qualche volta anche di più. è bello in viaggio avere abbastanza tempo per poter camminare così tanto ed è anche bello sentirsi in qualche modo non completamente sedentari.
in questo caso poi il posto ispira proprio, la camminata in mezzo alla foresta fitta non è semplicissima, e sembra quasi di fare un trekking leggero, e con Renaud ci prendiamo in giro, ci sfidiamo, ci sorpassiamo, e qualche pezzo lo facciamo in mezzo al fango, in mezzo alle radici scivolose degli alberi, qualche volta quasi cadendo o camminando a quattro zampe con le mani per terra durante la salita. ce la mettiamo tutta per stancarci e per sudare, ed in mezzo a tutte quelle piante fa caldo ed è umido.
\\ facciamo poche soste, velocissime, per bere o per fare qualche bella foto. e tra i rami fotografiamo anche un varano (penso) di circa un metro. un ora e mezza avevano scritto sui cartelli, per 3.890 metri, ma noi siamo arrivati in spiaggia dopo 55 minuti! ci meritiamo un bagno.
in questa monkey beach all'inizio sembra che le scimmie quasi non ci siano. dopo il bagno ci spostiamo al centro della spiaggia, dove c'è qualche chiosco dove le donne musulmane cucinano, e li inizia a vedersi qualche scimmietta che ogni tanto si avvicina per cercare di rubare qualcosa dalla spazzatura. allora camminiamo un po' tra gli alberi e riusciamo ad avvistare qualche scimmia, ma troppo lontano per la mia piccola fotocamera.
è mezzogiorno passato e dopo la camminanta faticosa l'appetito inizia a farsi sentire, ma è troppo presto per mangiare già, e non vogliamo fare tutta la salita fino al faro dopo aver mangiato. così decidiamo di tagliare corto e di ripartire, mangeremo dopo.
chiaramente siamo al livello del mare qui sulla spiaggia, mentre il faro è in alto sulla scogliera, a più di 250 metri sul livello del mare. sembra strano all'inizio, ma dopo un po' scopriamo il motivo. 664 gradini c'hanno detto, ma non è mica una scalinata. si sale in mezzo alla foresta, sullo sterrato, tra i sassi e le radici e i canali scavati nella terra dalla pioggia, e ogni tanto, nei tratti più ripidi ci sono gli scalini. gli scalini sono 664, ma il percorso è più lungo, e il dislivello è tanto. questo faro l'hanno voluto mettere proprio in alto questi inglesi, e ogni tanto incontriamo anche qui una pietra miliare, che questa volta ci indica a che altezza siamo sul livello del mare e quanto manca. bene dai, decidiamo di darci una mossa anche qui e acceleriamo il passo. dopo un po' fare i gradini diventa veramente pesante ed è decisamente meglio quando possiamo camminare in salita sulla terra, ma alla fine in mezz'ora siamo al faro.
al faro c'è il custode con la moglie e la figlia, chissà come dev'essere vivere in un posto così sperduto per una bambina così piccola. firmiamo il guest book, riposiamo un po' e poi decidiamo di fare ancora qualche gradino per salire in cima al faro e fare delle foto del panorama. ritorniamo giù e iniziamo la discesa, nuovamente verso monkey beach e verso il pranzo!
la discesa non è più rapida della salita, anzi forse è anche peggio. si cammina male in discesa, è più faticoso per le ginocchia, si scivola e bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi. ma dopo mezz'ora siamo in spiaggia, seduti all'ombra davanti ad un piatto di riso col pollo, l'unica cosa che abbiamo trovato, visto che nel frattempo si son fatte le due passate.

mangiamo e riposiamo un attimo prima di ripartire per un'altra ora di camminata. ma dopo poco iniziamo a sentire qualche piccola goccia di pioggia e decidiamo di ripartire prima che diventi un acquazzone. fa sempre caldo in mezzo alla foresta tropicale, e la vegetazione è talmente fitta che la pioggia non si avverte. solo in qualche punto dove i rami e le foglie sono più radi ci accorgiamo che piove ancora, ma qualche goccia di pioggia fresca, con questo caldo fa anche piacere. e anche questa volta dopo 57 minuti di camminata arriviamo alla fine del percorso. mica male per oggi, circa tre ore di camminata, con tutti quei gradini per salire al faro ... la nostra bella dose di sport l'abbiamo avuta. dopo una decina di minuti d'attesa saliamo sull'autobus, per il ritorno verso il centro. scendiamo alla solita fermata nella via prima dell'ostello e ci fermiamo per uno spuntino rapido. poi ritorniamo alla guesthouse, facciamo una doccia rapida e ritorniamo giù alla reception a mescolarci con gli altri backpackers di tutto il mondo. chiacchieriamo con tutti e conosciamo Nadin (francese) e la sua amica olandese. ci raccontiamo velocemente dei nostri rispettivi viaggi, la parte già fatta e quella ancora da fare, e lei tra un paio di giorni volerà a Bangkok per poi andare in Laos ... quanto mi piacerebbe vedere anche il Laos, dicono tutti che sia un paese meraviglioso. con Nadin e la sua amica Olandese di cui non ricordo mai il nome, decidiamo d'andare a vedere una sfilata di bandiere e draghi cinesi, qualche via più in la. è una manifestazione che viene fatta ogni anno a penang per promuovere le tradizioni della cultura cinese, e bambini ballano dentro i costumi da drago, e gli sbandieratori fanno numeri di equilibrismo con bandiere alte 5 o 6 metri, e ci invitano a provare, a saltare anche noi sotto le teste da drago, e a tenere in equilibrio le lunghe bandiere sul palmo della mano. bell'atmosfera, e belle foto, ci manca solo qualche dolcetto sulla strada del ritorno, e un paio di birre con il nostro amico cinese sulle panche del "love lane inn" prima d'andarcene a dormire.

domenica 16 dicembre 2012

15 dicembre al tempio di Kek Lok Si

anche in malesia, anche se non come in thailandia, abbondano i tempi buddhisti. e non c'è città o località importante che non abbia il suo buddha gigante. così a penang andiamo a vedere il grande Buddha sulla collina, nel tempio di Kek Lok Si temple.
partiamo subito dopo colazione, prendiamo il bus e arriviamo in una frazione fuori georgetown. ci ritroviamo subito in un piccolo mercato dove si può comprare di tutto, dal riso al pollo, alla frutta, cappellini carini e occhiali da sole contraffatti, e anche qui tutti sono pronti a trattare abbondantemente sul prezzo.
Renaud compra un cappello, io un paio di occhiali con la montatura gialla. mangiamo dell'ananas e beviamo del succo di canna da zucchero appena spremuto ...che buona la canna da zucchero! ricordo ancora quando l'ho scoperta ad antigua, più o meno un anno fa, in giro in macchina attorno all'isola, con Dario e Claudio.
dopo le compere e la frutta iniziamo la salita a piedi verso il tempio sulla collina. anche ai malesi come ai thailandesi non piace camminare, così quando chiediamo informazioni ci dicono subito di prendere un taxi. poi quando insistiamo comunque son gentili, e anche se forse pensano che siamo matti, alla fine ci spiegano la strada. Ci dicono che per arrivare lassù a piedi serve mezz'ora, ma io e Renaud sappiamo già bene che se dicono mezz'ora noi ci metteremo 10 minuti o poco di più. Andrea invece non è con noi, è andato in aeroporto stamattina, a prendere un aereo per singapore.
arriviamo alla base del tempio, lo visitiamo tutto, vediamo i vari edifici, diverse stanze, tante statue e qualche dipinto, e facciamo le nostre foto. poi paghiamo 2 riggit per prendere un ascensore panoramico e saliamo in cima alla collina, ai piedi del grande buddha, che sta li seduto a gambe incrociate in tutta la sua imponenza. la cosa assurda però è che una buona parte degli edifici di questo tempio é stata allestita quasi come una sorta di mercatino di souvenir, dove non solo si comprano gli incensi, i bigliettini dorati su cui scrivere le proprie preghiere da mettere ai piedi dei vari buddha e tutti gli altri doni; ma è perfino possibile comprare tutta una serie di statuette o di altri oggetti da portare a casa. si possono comprare anche i biscotti e le bibite, i calendari, i fiori di plastica o le tazze da colazione, che sopra non hanno l'immagine di un buddha in meditazione, ma gli uccellacci e i maiali di angry birds ... mah ... sarà pure per finanziare il completamento del tempio, ma a me tutte queste cianfrusaglie sembrano decisamente fuori luogo, quasi fastidiose...
di buddha ne abbiamo visto tanti in più di un mese ormai, ma ognuno ha sempre qualcosa di diverso. questo buddha è robusto, ha i lobi delle orecchie allungati e forati, ha un viso delicato e un petto vagamente femminile.
non è facile vederlo bene, perché attorno al buddha stanno terminando i lavori di una grande costruzione, forse per ripararlo dalla pioggia. le scale che portano ai piedi della statua sono chiuse e la visuale è leggermente impedita da alcune impalcature.
visto il grande buddha in cima alla collina iniziamo la discesa e dopo una quindicina di minuti siamo di nuovo ai piedi della collina, in mezzo ai colori del mercatino ed in mezzo ai profumi di cibo buono e vario. pranziamo e andiamo a cercare il bus per il ritorno. una mezz'ora di bus e siamo di nuovo alla nostra guesthouse a chiacchierare seduti sulle panche.

sabato 15 dicembre 2012

l'arrivo a Penang

Venerdì mattina 14 dicembre ci svegliamo con tutta calma, e ci vediamo nella reception per la colazione. toast con burro e marmellata e thé sono compresi nel prezzo. le ragazze della reception sono carine e gentili, un po' esagitate forse, mentre il vecchio thailandese proprietario della guest house è il più nervoso di tutti.
una coppia di inglesi, al mattino presto si son lamentati perché non c'era del latte con cui macchiare il caffè, hanno detto qualche parolaccia e usato in malomodo il tostapane; e la vicenda è diventata il grande evento del giorno, e la raccontano a tutti, e con tutti si lamentano che loro son così carini e gentili, mentre i due clienti inglesi son stati maleducati! il ragazzo ha perfino detto "fuck off!" al tostapane che non riusciva a far funzionare ... raccontato da loro è tutto così buffo ed esagerato :)
finita la colazione si parte. siamo io Renaud e Andrea di Cagliari, e facciamo un giretto a piedi. camminiamo verso il mare, dal lato del canale che separa Penang dalla terra ferma, un miglio o forse due di mare, tutto punteggiato di porti commerciali, cantieri navali, petroliere e porta container in attesa di caricare o scaricare. poco più avanti paghiamo qualche riggit per entrare a visitare un piccolo forte di cui non conosciamo la storia ne le origini, perché qui a Penang le dominazioni e le invasioni sono state numerosissime, continue e di ogni provenienza, sia dall'asia che dall'africa che dall'europa. è proprio piccolo e in mezz'ora lo visitiamo nel dettaglio, ci fermiamo sul prato, facciamo il giro completo delle mura, facciamo foto ad un grosso cannone e alla costa che si vede in lontananza, facciamo delle soste a chiacchierare sulle panchine all'ombra.
usciti del forte camminiamo verso little india, e in cento metri l'atmosfera che si respira cambia completamente. non sono mai stato in india, ma sembra quasi d'esserci adesso, è tutto diverso da dieci minuti prima. è diversa la gente, i vestiti, la musica, i profumi e il cibo. tutto molto carino. e dopo 500 metri, attraversata little india e ritornati sulla strada principale, tutto ritorna come prima in un attimo.
girovagando senza una meta precisa arriviamo anche in un grande tempio cinese. lo visitiamo e io mi rendo conto di non sapere assolutamente niente di quale possa essere la religione cinese. non saprei dirlo, non ho nessuna notizia certa sulla cosa. vago per il tempio alla ricerca di indizi, cerco un oggetto di culto, una statua, un dipinto o un dettaglio nelle decorazione da cui si possa intuire in cosa credano o a chi siano devoti, ma niente! ...è mai possibile che nessuno di noi tre davvero sappia niente dei culti religiosi del popolo cinese? mi segno un appunto sul telefono, cercherò informazioni su google appena posso per mettere una pezza a questa mia ignoranza sull'argomento!
per pranzo facciamo dieci passi indietro verso little india e mangiamo riso con tandoori chicken e verdure. tutto molto buono, ma gli indiani hanno uno strano senso della misura per il piccante, e anche se a me piace il piccante e anche se il ragazzo che serve le verdure ha assicurato "questo non è piccante per niente", a momenti sudo freddo.
non sembra esserci tanto di interessante nei dintorni, così camminiamo un po' verso il palazzo più alto che riusciamo a vedere in lontananza. pare sia il palazzo più alto di tutta l'isola, e nasconde sotto il centro commerciale più grande dell'isola.
buona parte dell'economia della malesia si basa sulla produzione di apparecchiature elettroniche e in questo paese sembra che tutti abbiamo una grande passione per i prodotti elettronici. e questo per tre uomini in vacanza che non hanno niente di interessante da fare alla fine risulta quasi irresistibile ...visto che non abbiamo niente da fare, visto che abbiamo tutto il tempo di dare un'occhiata con calma, visto che in un mese in thailandia abbiamo visitato templi a sufficienza per tutta la vita, e visto che la dentro ci sarà un po' di aria condizionata ...andiamo a perderci un po' di tempo.
ma alla fine niente d'entusiasmante a parte l'aria condizionata, e i prezzi sono praticamente europei, o a volte anche più alti.
sfogata la pulsione dell'elettronica di consumo, ritorniamo a passi svelti verso la guest house. il pomeriggio è davvero troppo caldo per andare in giro, così lo passiamo in guest house a leggere, sul letto e sotto il ventilatore, e a navigare su internet dalle panche della reception. facciamo amicizia con uno dei dipendenti dell'ostello. lui è di origine cinese, come al solito dall'età indefinibile (forse 40 anni, forse 55), è stato sposato con un'australiana e ha vissuto per anni a Sydney, ora vive a penang da più di anni. ci parla dei suoi viaggi in australia e nel sudest asiatico, mi da qualche raccomandazione su cosa vedere quando sarò a Sydney e ci dice cosa andare a vedere qui a Penang. e sa tutto di Penang, compresi i numeri e gli orari degli autobus, dove passano e dove vanno.
cogliamo l'occasione al volo e chiediamo a lui, visto che è cinese, di darci qualche informazione sulla religione del posto. ci spiega che qui c'è una varietà enorme di diverse etnie e quindi di religioni. i navigatori e colonizzatori arabi hanno portato popolazioni e tradizioni musulmane, e la Malesia è prevalentemente mussulmana, ma Penang è sempre stata terra di frontiera, invasa e conquistata da navigatori di diversa provenienza e punto di incontro di scambi e di commerci tra sudest asiatico, indonesia, thailandia, cina ed anche europa. e alla fine tutte queste popolazioni, religioni e tradizioni hanno imparato a convivere in modo sereno e pacifico, creando una comunità multietnica.
gli spagnoli e i portoghesi hanno portato il cristianesimo. gli indiani l'induismo, i thailandesi il buddhismo. e poi ci sono i cinesi, cinesi buddisti, cinesi taoisti e cinesi confuciani. decisamente affascinante.
restiamo a chiacchierare ancora un po' e poi chiediamo consiglio per la cena. camminiamo per un po' e arriviamo al red garden, una delle solite grandi food court con una cinquantina di chioschi diversi, che propongono cibo malese, indiano e thai.
sul palco al centro, circondato da tutti i tavoli, un ragazzo e una ragazza alternano canzoni in inglese a canzoni in lingua malese. mangiamo e beviamo una birra "anchor" per 14RM, quasi 4 euro per una bottiglia di birra, l'unica cosa davvero costosa in malesia. si vede che siamo in un paese prevalentemente musulmano, e guardandoci attorno vediamo che quasi solo i turisti consumano birra, mentre i locali raramente la bevono.
finiamo la cena e ascoltiamo ancora un po' di musica. poi ci incamminiamo per il ritorno all'ostello, e lungo la strada facciamo un paio di soste per mangiare della frutta e dei dolci fatti a mano nei carretti lungo la strada.

venerdì 14 dicembre 2012

Ko Mook - Hat Yai - Penang

mercoledì mattina 12 dicembre andiamo via da ko mook, quest'isoletta così carina. il 15 scade il visto per la Thailandia, sia a me che a Renaud, che siamo arrivati all'aeroporto di Bangkok lo stesso giorno, per fare quasi lo stesso viaggio, l'uno all'insaputa dell'altro; così abbiamo deciso di andare in Malesya almeno il 14, per avere eventualmente un giorno di margine per poter affrontare qualsiasi imprevisto. ci alziamo presto, gli zaini sono subito pronti, facciamo colazione e andiamo in spiaggia ad aspettare la long tail boat.

partiamo alle 9:00 ma la barca non ci porta al traghetto, ci porta direttamente sulla terra ferma (forse avevamo capito male noi) anche se ci mette un ora e mezza; e poi da li un paio di van ci portano tutti a Trang.
Trang è grandetta come città, e quando ci arrivi dopo aver passato più di dieci giorni a spasso per isolette, dove al massimo la gente va col motorino, o anche solo a piedi come a phi phi, il traffico risulta davvero insopportabile.
attraversiamo un grosso mercato e arriviamo in centro città. chiediamo un po' di informazioni ma tutti ci dicono che a Trang non c'è niente da fare, ne da vedere, è un posto in cui la gente vive e lavora e dove i turisti passano a razzo, per prendere bus e treni e andare da qualche altra parte. e allora anche noi passiamo a razzo, giusto il tempo di un thè e compriamo in agenzia un biglietto aperto per un bus che va da trang a penang (in Malaysia) con una sosta di una o due notti ad Hat Yai, in base all'impressione che ci farà il posto.

dopo un paio d'ore di minivan arriviamo ad hat yai, e facciamo "scalo" nell'agenzia da cui partiremo domani o dopo per andare a Penang. sopra all'agenzia troviamo subito una guest house super economica, 240b per una camera per due. bruttina certo, ma che vuoi per 3 euro a testa? facciamo due passi e mangiamo qualcosa in giro per la città, visto che abbiamo saltato il pranzo. anche qui niente di interessante ne da vedere ne da fare, diamo giusto un'occhiata alle bancarelle, Renaud compra un paio di magliette bianche con vignette divertenti e io compro una maglietta rossa con la scritta "free hugs", abbracci gratis.
camminiamo ancora ... ok domani si va via subito da questo posto, anche Hat Yai è veramente inutile per noi.
raccattiamo una cena e ritorniamo alla guest house, l'unico posto dove si possa bere una birra in questa città, tra l'altro ghiacciata e a prezzi stracciati, mica male! ci consoliamo così e guardiamo in tv "hell boy" in inglese, non capisco tutto ma è simpatico, giusto per non andare a letto alle 9:00. finiamo le birre e andiamo a letto, e domani si riparte.

l'unica cosa di buono che abbiamo trovato ad Hat Yai é la guest house, con i suoi prezzi, che dopo le isole sembrano davvero irrisori. e così giovedì 13 dicembre ci alziamo abbastanza presto da poter fare con calma una super colazione per 54b.
andiamo giù in angenzia, cambiamo i nostri biglietti aperti con i biglietti veri e ci mettono su un fuori strada per la stazione dei bus. li ci caricano su un van minuscolo che parte a razzo verso la Malesya.
dopo tre ore di dormicchiamenti e dossi e buchi e frenate brusche arriviamo al confine. scendiamo e passiamo due dogane, per uscire dalla thailandia e per entrare in malesya. risaliamo a bordo e ripartiamo,
dopo un po' stiamo percorrendo il lungo ponte (a quanto pare il più lungo della malesya) che dalla terra ferma ci porta sull'isola di Penang. strano dovevamo arrivare all'una ma sul mio telefono sono le due.
eppure dal confine a qui c'abbiamo messo poco, che abbia dormito come un sasso? eppure l'orologio segna l'una ... mmm

in mezzo tra le due dogane abbiamo scoperto che sul nostro van c'era anche Andrea, che mi ha chiesto "di dove sei" e quando me l'ha chiesto in italiano io gli ho risposto "sorry?!", perchè mai mi sarei aspettato che qualcuno mi parlasse in italiano, al punto che non ho capito quello che mi diceva, e lui ha riso e m'ha detto "son sardo anche io, sei di sassari o di cagliari", ahahah
lui ha prenotato un letto in una guest house, vicina al punto dove ci lascia il nostro minibus, così io e Renaud decidiamo d'andare a chiedere per un letto nello stesso posto. ci registriamo e prendiamo i letti per 15 riggit a testa, che è come dire 150B perché il cambio da bath a riggit è di 10 a 1. meno male perchè questo ci semplifica tutti i ragionamenti, dopo che per un mese abbiamo pensato in bath ora basta moltiplicare i prezzi in riggits per 10 per sapere quanto stiamo spendendo. ed è facile anche in euro, 1 euro sono 4 riggits, appena qualche centesimo meno.
l'orologio della reception segna le due e mezza e dopo un po' c'arriviamo; è colpa del fuso orario, non so come mai, ma in malesya c'è un ora più che in thailandia. forse loro fanno più affari con l'indonesia che con la thailandia, e per questo usano la stessa ora dell'indonesia anziché della thailandia. ma è una mia supposizione. o forse non sopportano i thailandesi e con un ora in più si sentono più avanti ...ma che ne so ...fatto stà che così avremo fame un'ora più tardi e avremo anche un ora di luce in più alla sera.

sistemiamo gli zaini e usciamo a fare due passi per la città, che ancora non ho capito se è Palau Penang, separata da Georgetown, o se palau penang in realtà l'isola e noi invece siamo sempre a georgetown che si estende fin qui occupando gran parte della costa nord-est di penang ...ancora non ne sono certo, ma mi sa che è giusta la seconda ipotesi.
vicino alla guest house troviamo subito il quartiere di little india, e ceniamo indiano, altri due passi con Andrea e Renaud e troviamo prima dolci e poi frutta, e poi succhi di frutta e altri dolcetti tipici. e ancora camminiamo fino alla guest house e stiamo li a chiaccherare con gli altri ospiti, australiani, inglesi, tedeschi, coreani, giapponesi, e una ragazza italiana. alle 11:00 la reception chiude, alcuni vanno fuori a fare quattro passi, e noi che siamo appena arrivati dopo tante ore di bus andiamo a dormire.

mercoledì 12 dicembre 2012

l'ultimo giorno a ko mook - the emerald cave by kayak

martedì mattina 11 dicembre piove a dirotto, e d'andare in giro per le stradine sterrate, allagate dalla pioggia non ho voglia, così mi alzo tardi e vado a fare colazione. per fortuna come al solito a fine mattinata spunta un sole incendescente e insistente, e così con Renaud decidiamo d'andare a noleggiare il kayak da uno dei resort fronte spiaggia.
il kayak è solo a due posti, quindi non abbiamo alternativa. l'inizio è un po' incerto ma miglioriamo velocemente. attraversiamo tutta la spiaggia, voltiamo l'angolo dietro una punta rocciosa sulla destra, percorriamo un altro mezzo miglio e arriviamo fino ad emerald cave, le cave color smeraldo del parco naturale di ko mook.

non ci siamo informati troppo, per lo meno io, quindi non so di preciso cosa ci aspetti, quindi quando arriviamo li ci troviamo davanti una piccola grotta buia con un paio di long tail boat che aspettano. non ci fanno entrare col kayak, forse perchè dentro rischiamo di passare sopra a qualcuno, nel buio della grotta, così leghiamo il kayak ad una delle barche e andiamo dentro a nuoto. ci spingiamo abbastanza avanti nella parte buia, ma non abbiamo una torcia, quindi siamo costretti a tornare indietro.strano ma dentro abbiamo incontrato solo poche persone.
io ritorno verso il kayak e Renaud fa un secondo tentativo verso il buio. dopo una po' una decina di persone vengono fuori dalla grotta, senza capire da dove siano arrivate, e le barche se ne vanno.

bene! così posso entrare col kayak senza che nessuno mi rompa le scatole, e mentre avanzo lentamente nel buio incontro Renaud tutto contento che mi indica la direzione in cui andare. percorriamo forse una decina di metri e mi dice "la vedi la luce? vai li!"
seguo l'indicazione e il puntino di luce diventa sempre più grande, finchè riesco a mettere a fuoco quello che sta dietro, e dopo pochi metri ci ritroviamo su una minuscola spiaggetta davvero paradisiaca!
in pratica siamo all'interno di un grosso buco, creatosi chissà come tra le rocce a picco sul mare e la fostesta pluviale alle sue spalle, e li in mezzo c'è questa spiagetta lunga 80 metri, con la sabbia bianca e l'acqua verde sotto, la foresta pluviale verde e fittissima dietro, e un ovale di cielo azzurro sopra, che sembra messa li quasi come se fosse il fondo di un vulcano. il panorama è veramente suggestivo e mi aspetto davvero di sentire tra un attimo il ruggito delle tigri tra gli alberi, o di vedere in cielo gli uccelli preistorici che volano in cerchio sopra le cime degli alberi e delle rocce.
ecco da dove venivano quelle poche persone uscite dalla grotta mentre noi cercavamo d'entrare, e dietro i noi arriva un altro kayak con una coppia di ragazzi, e un piccolo tender a remi che trasporta i passeggeri di un catamarano che sta in rada davanti al falang beach. tutti seguono il puntino di luce e sbucano sulla spiaggia, e la prima espressione che vediamo sulla faccia di ognuno di loro non può essere che di stupore, come sicuramente lo era anche la nostra.
guardiamo ancora un po' il panorama e poi ci avviamo per la pagaiata del ritorno, un ora e mezza in totale non è male per fare un po' di sport.

si son fatte le due e mezza la fame incombe di nuovo. bagnetto, doccia, pranzo e riposino. chiediamo informazioni per andare via domattina e compriamo i biglietti di barca+pulmino per andare a trang, sulla terra ferma. una sistemata alle foto, un'occhiata ai video di ieri, due appunti per il blog. spiaggia e sole, bagno al tramonto e doccia. cena e birretta al chillout bar per salutare i ragazzi dello staff e tutti gli altri che ronzano li intorno.

martedì 11 dicembre 2012

le immersioni a Hin Hok - Ko Mook

il risveglio del lunedì mattina 10 dicembre, a ko mook è decisamente meglio dal risveglio del lunedì mattina di quando avevo l'azienda ;) posso alzarmi con tutta calma, e fare una colazione gigante, all'americana, con le uova strapazzate e le salsicce! e i tost con burro e marmellata.
l'appuntamento al diving è alle 12 , ma io arrivo presto, e sto li a chiacchierare. Alex mi racconta due cose sullo spot di immersione, hin hok. partiamo con la long tail boat del diving center alle 12:30; e dopo meno di un ora arriviamo a Hin Hok, che visto da sopra la barca sembra poco meno di due punte di scogli, stranamente sperdute in questo pezzetto di mare delle Andamane.
la preparazione è rapida e non usiamo nemmeno la muta. solo boxer da bagno e una magliettina su cui infilare il gav, tanto l'acqua è caldissima, calzari e pinne, e cintura super leggera.
siamo solo in due ad immergerci, io vado con Alex e Richard fa coppia con un grosso ragazzo finlandese. a casa sua ci son due metri di neve, e lui è la fidanzata hanno deciso di fare uno stacchetto in thailandia, lui si immerge e lei prende il sole in spiaggia.
ci prepariamo in 5 minuti e subito in acqua! e immediatamente quei due piccoli scogli svelano svelano un mondo incredibile, colorato e super affollato. facciamo due belle immersioni attorno allo stesso spot, percorrendolo in lungo e in largo secondo itinerari diversi. 15 metri al massimo la prima volta e 16 la seconda. 58 e 63 minuti, tanto nessuno a freddo e le bombole sembrano non finire mai anche stamattina :)
hin hok è senza dubbio il regno incontrastato dei ricci di mare, grandi e neri e con aculei lunghissimi, che muovono senza sosta tra la leggera corrente sul fondo. dopo i ricci il posto è affollato da migliaia di pesci, e dietro ogni roccia, sotto ogni sasso, dietro e dentro ogni corallo ci troviamo i velenosissimi e coloratissimi pesci leone. e qualche pesce scorpione. ma a far l'appello non ne manca davvero nemmeno uno, e i pesci scatola sono ovunque e di tutte le dimensioni, anche uno piccolo piccolo, tutto giallo con i pois neri. buffissimo! e poi ancora scampi e gamberi, un aragosta, un sacco di murene, calamari a pelo d'acqua, barracuda, un infinità di pesci tropicali di cui non ricordo mai il nome, e anche un minuscolo e iperattivo pesce pagliaccio che scorrazza attoro al suo anemone. meraviglioso.
questa volta faccio un sacco di video con la GoPro di Renaud, e Richard li fa con la suo camera appena comprata e poi ce li scambiamo. ma quando li vediamo al computer ci rendiamo conto che i miei hanno tutti una dominante verde azzurrognola, per via del rosso che sott'acqua sparisce già attorno ai 4/6 metri. per evitare il problema servirebbe un filtro rosso o una torcia, ma io non ho ne l'uno ne l'altro. i video di Richard invece vanno meglio, lui ha il filtro rosso; e fa le riprese da molto più vicino di me, ma a me sinceramente non piace troppo stare li fermo a fare i video con le mani a 10 cm da una grossa murena o da 4 pesci leone :-)
video o no, le immersioni a ko mook sono veramente meravigliose ...ci sarebbe stata veramente bene qualche tartaruga, o uno squalo leopardo :) ma niente, nemmeno questa volta. chissà che non vada meglio in australia...
al rientro incontro in spiaggia Renaud, è quasi il tramonto e faccio subito un bel bagno nell'acqua ancora bollente. un paio di birre per il dopo immersione e cena, altre 4 chiacchiere e vado a letto sfinito.

lunedì 10 dicembre 2012

domenica 9 dicembre verso Ko Mook

la mattina di domenica 9 dicembre partiamo presto dal green garden resort, e dopo aver fatto il giro di tutti i resort della zona per raccattare gli altri passeggeri, andiamo mal pontile per prendere la nostra barca da ko lanta a ko mook.

la ragazza del residence c'aveva avvisato, la barca è la stessa che porta le persone a fare il tour della quattro isole in un giorno, e dopo circa un'ora di navigazione si ferma per la prima tappa. la gente fa snorkeling vicino a ko ngai, dove io sarei voluto andare a fare le immersioni, ma era troppo costoso arrivarci e restarci quindi ho desistito. i thailandesi con i loro giubottini salvagente arancioni fanno il bagno tutti insieme, come tante paperelle, e non mettono nemmeno la testa sott'acqua per vedere la meraviglia che c'è sotto. si limitano a galleggiare e a ridere a crepapelle, che buffi! io nel frattempo dormicchio in attesa di ripartire. una mezz'ora di bagnetti thai e un'altra mezz'ora di barca e arriviamo a ko mook, ma non dalla parte dell'isola dove c'è il molo, bensì dalla parte opposta. i passeggeri del tour fanno un altro bagno, mentre a noi che andiamo a ko mook ci sbarcano su una long tail boat, la tipica barca di legno thailandese, che ci porta a terra sulla spiaggia  di "falang beach".

anche qui sabbia bianca e palme, un altro piccolo paradiso. l'isola è davvero piccola e scopriamo che esiste una sola strada principale che la attraversa. in parte sterrata e in parte cementata.
troviamo un bungalov per due persone per 400b a notte, da Mayouw, vicinissimo alla spiaggia. pranziamo e facciamo un riposino in attesa che diminuisca il caldo infernale.

attraversiamo a piedi l'isola fino al lato opposto, circa 40 minuti di camminata, visitiamo il villaggio dei pescatori. mentre siamo intenti ad osservare il mini cantiere sulla spiaggia, di un artigiano che costruisce le long tail boat, completamente a mano, inizia a piovere. si son fatte già le sette e in attesa che spiova ci fermiamo per uno spuntino sotto la tettoia di una ragazza sorridente, che nel suo negozietto vende anche dei dolci fatti a mano da lei. appena spiove ci incamminiamo per il ritorno e andiamo a chiedere informazioni per le immersioni al chillout divers bar, direttamente sulla spiaggia.

al chillout divers http://chilloutdivers.com (sul sito c'è anche la mappa di ko mook) conosco il titolare, Richard e la moglie, il ragazzo che collabora con loro Alex, il padre Thomas e tutto il resto della familia. tutti loro di preciso non so da dove vengono, ma mi sembra di capire da qualche paese scandinavo, e tutto lo staff in totale parla otto lingue.
tutti son rimpatici carini e gentili, ma Thomas tra tutti è quello più brillante, che attacca bottone subito. viene a ko mook da quando era ancora più selvaggia e quest'inverno ci passa due mesi. dice che è il posto ideale per staccare la spina da tutti i problemi, rilassarsi senza pensare a niente, stare in vacanza con tutta la famiglia e fare qualche immersione.
in famiglia viaggiano tutti tantissimo, e lui parla 5 lingue. l'inglese benissimo, lo svedese o norvegese per discendenza dei genitori, il tedesco grazie alla nonna, un po' di spagnolo e un po' di italiano (ma lo capisce benissimo) per precedenti lavori. niente di speciale dice, "sono solo stato fortunato ad avere occasione di impararle, la maggior parte da bambino e le altre da giovane".

lo staff del residence sulla spiaggia organizza un barbecue, e anche se il prezzo non è super economico ci lasciamo tentare.
dopo il manzo alla griglia ritorniamo al chillout bar per una birra, e Richard mi da tutte le informazioni per le immersioni e mi fa vedere la sport camera appena comprata, con cui domani farà i video delle immersioni. il posto promette bene e i ragazzi sono simpatici e decisamente amichevoli, quindi vada per le immersioni domani mattina. altre 2 birre e altre 4 chiacchiere e facciamo tutti un tuffo in mare, ritorno al bungalov, faccio una bella doccia e poi a dormire!
ci vediamo domani ko mook.

domenica 9 dicembre 2012

Ko Lanta e il trekking sull'elefante

venerdì 7 dicembre lasciamo Ko Phi Phi e prendiamo una barca per andare alla vicina Ko Lanta, sempre un po' più a sud.
anche Ko Lanta sembra famosissima e promette spiagge paradisiache, e a vederla dal mare l'impressione di certo è ottima fin da subito. spiagge lunghissime e bianche, con tanta vegetazione rigogliosa e palme che sfiorano il bagnasciuga.
anche qui ci avvisano che sarà difficile trovare posto senza prenotazione, ma come al solito riusciamo a cavarcela in modo egregio. infatti incontriamo direttamente sulla barca un ragazzo che ci propone per 600b a notte un bungalov per due persone a pochi metri dalla spiaggia. è un po' più costoso del solito, ma possiamo provare, giusto per avere subito una sistemazione per la prima notte, e poi nel caso cercare di meglio o di più economico per il giorno dopo.
il taxi è compreso nel prezzo, così appena sbarcati il solito fuoristrada con le panche, ma stavolta impolverate, ci porta al "green garden resort", una decina di km più a sud del molo, lungo la costa ovest di Ko Lanta, e dopo 10 minuti abbiamo il nostro bungalov. non è particolarmente bello, ma ha un letto matrimoniale e uno da una piazza e mezzo, ed è davvero a pochi metri dalla spiaggia.
facciamo un bagno e due foto da cartolina alla spiaggia. sembra davvero un bel posto, ma molto molto tranquillo; il classico posto in cui una persona stressata viene a fare 15/20 giorni di amaca in riva al mare, senza pensare a niente per poter finalmente staccare la spina dal "logorio della vita moderna!"
ma io e Renaud siamo in thailandia già dal 15 novembre, e non siamo poi così stressati, e si capisce subito che ko lanta non ci offrirà tanta azione. certo non andiamo in cerca di grandi cose, ma almeno qualche attività interessante non ci dispiacerebbe, giusto per non passare tutto il tempo a dormicchiare sulla spiaggia.
ma è già ora di pranzo, e per il primo pomeriggio sull'isola non riusciamo a trovare niente di interessante da fare.
poco male, dopo pranzo inizio a scrivere per il blog. il lavoro è lungo e ho quasi una settimana d'arretrato, ma per l'ora di cena sono a buon punto, e dopo cena mi son definitivamente rimesso al passo col racconto di tutte le giornate precedenti. bene!

sabato mattina 8 dicembre il risveglio è un pochino faticoso. c'eravamo illusi che essendo vicinissimi al mare non ci sarebbero state zanzare a tormentarci, così per avere più fresco abbiamo lasciato tutte le finestre aperte. errore enorme, e anche dopo aver richiuso tutto le zanzare dentro il bungalov non ci hanno dato tregua per ore e ore. tra zampironi, spray e armi chimiche varie siamo riusciti a terminare la strage delle zanzare e a dormire un po' solo verso le 3 del mattino oltre.
ci alziamo tardi, e abbiamo capito già che l'isola di ko lanta non è troppo entusiasmante per noi. ko lanta in realtà è formata da due isole diverse, forse collegate da un ponte, di ko lanta noi a nord non sappiamo niente e nessuno ne parla; ko lanta yai, quella a sud, dove siamo anche noi, sembra invece un insieme di 3 o 4 lunghe spiaggie, tutte punteggiate da un numero infinito di resort sul mare, che propongono bungalov per dormire, baretti e massaggi thai, niente di più e niente di diverso l'uno dall'altro.
per fortuna ormai sappiamo bene che quando non c'è altro di interessante fa gare possiamo sempre ripiegare sul noleggio del motorino, e così si parte per il tour della costa ovest di ko lanta yai. ovunque passiamo o ci fermiamo vediamo davvero tante ragazze che indossano il velo. anche se la thailandia è prevalentemente buddhista, la piccola minoranza musulmana della popolazione si concentra proprio nel sud, più vicino alla malaysia, che invece è prevalentemente musulmana. e leggendo sulla lonely planet scopriamo che ancora più a sud, tra il 2005 e il 2008 circa ci son stati pesanti scontri tra le due religioni, sfocciati quasi in una piccola guerra locale. ora per furtuna la situazione è stabile da diversi anni, e le due fazioni convivono pacificamente in tutto il paese.
curva dopo curva ci avviciniamo verso l'estremo sud dell'isola, ma dopo una serie di curva in discesa ecco che si materializza di fronte a noi qualcosa da fare ...l'elephant trekking :-)
giornata fiacca per il nostri addestratori di elefanti, e ci propongono subito lo sconto,  così dopo una piccola trattativa ci aggiudichiamo per 800b a testa un giro sull'elefante di un ora e una camminata in mezzo alla foresta tropicale, accompagnati da una guida, di un ora e mezza circa. ottimo compromesso tra spesa, cose da vedere e voglia di camminare.
un ragazzo con il motorino ci accompagna per una viuzza starrata fino al villaggio degli addestratori di elefanti, dove possiamo vedere un paio di cuccioli, quattro femmine e un grosso maschio con delle zanne non indifferenti.
ci presentano l'elefantessa che ci porterà in giro nel bosco, non ricordo il nome ma ha 32 anni, un po' più giovane di me, e sembra decisamente tranquilla e ubbidiente. ci fanno accomodare sulla panca di metallo che la nostra elefantina porta sulla schiena, il ragazzo monta sulla testa e si parte!
ci muoviamo lentamente e siamo decisamente sbatacchiati, sembra d'essere sulle montagne russe, e spero che Renaud non soffra il mal di mare. va alla grande il nostro elefante, e piano piano ci porta su per delle salite che sicuramente sarebbero faticose anche per noi a piedi. chissà se nonostante la stazza sente la fatica di portare in groppa tre persone.
e a metà salita il nostro "conducente" ci mostra anche come l'elefante sia ammaestrato per abbattere a comando dei piccoli alberi che poi è in grado di trasportare anche giù per il bosco fino al punto in cui gli abitanti dell'elephant village li utilizzeranno.
in thailandia il dibattito sull'uso degli elefanti è particolarmente complicato, da un lato questi animali rappresentano un mezzo di lavoro e di sussistenza per tante famiglie e anche per intere piccole comunità, specialmente nel nord. dall'altro lato pero' questo animali vengono spesso sfruttati, e non sempre trattati benissimo.
e proprio mentre parliamo di questo con Renaud sentiamo arrivare dal piazzale sotto di noi, da cui siamo partiti poco prima, le urla di un uomo thailandese e i barriti del grosso elefante maschio. non sappiamo esattamente il perché ma forse il grosso maschio non ubbidisce ad alcuni comandi, anzi sembra quasi avvicinarsi in modo minaccioso all'uomo, che urla e lo respinge con un lungo bastone che monta all'estremità un grosso spuntone di metallo.
i barriti e la mole del grosso elefante a noi fanno un po' di impressione, ma a dir la verità il piccolo addestratore thailandese forse è decisamente più aggressivo dell'animale, e alla fine l'elefante sembra quasi cercare riparo dall'arma dell'uomo, rifugiandosi in un angolino che sembra più sicuro, porgendo la schiena ed emettendo dei versi dal tono decisamente sottomesso. chi ha ragione non lo sappiamo, ma il primo pensiero inevitabilmente è "povera bestia". ci guardiamo in faccia con un'espressione un po' dubbiosa io e il comprare viaggiatore.
finita la nostra oretta scarsa di passeggiata nel bosto, quasi stanchi e mezzo strapazzati dall'andamento dondolante dell'elefantessa, ritorniamo a terra e assistiamo allo spettacolo di un piccolo elefante, se non sbaglio di 3 anni, che si esibisce per del bambini biondissimi. lo spettacolo finisce con l'elefantino che massaggia con una zampa il padre dei bimbi, disteso a terra su un materassino, mentre i bambini ridono a crepapelle.
dopo l'elefante conosciamo la nostra guida, che ci accompagna a spasso per il bosco tropicale, in salita lungo il percorso di un piccolo fiume. quando vediamo altri ragazzi che fanno percorsi simili al nostro senza guida, ci rendiamo conto che potevamo fare la stessa cosa da soli, senza pagare. ma in fondo abbiamo speso poco più che per il solo elephant trekking, e il ragazzo è simpatico e ci da delle informazioni interessanti lungo il percorso.
ci fa vedere ad esempio le piante di caffè selvatico, ci indica delle piante le cui foglie si possono mangiare, ma i fiori e i frutti sono estremamente velenosi. ci fa vedere degli alberi dal fusto perfettamente dritto, alti fino a 40 metri e ci dice che ne servono 2 o 3 per costruire una long tail boat, e ci accompagna a vedere anche dei grossi alberi tropicali, il cui tronco raggiunge e forse supera i due metri di diametro, che pare abbiano più di mille anni!
è armato di torcia e ci accompagna anche a vedere una piccola grotta dove ci fa vedere sulla volta dei piccolissimi pipistrelli, tipici della thailandia. dal tetto delle grotta vengono giù due radici che scendono fino ad aggrapparsi al terreno sottostante.
ci dice che possiamo provare a salirci perché è stata testata da un uomo di oltre cento chili di peso. io non ci provo nemmeno, e quando gli dico "se sali tu ti faccio un paio di foto" non mi lascia nemmeno finire di parlare, si leva l chiabatte e ridacchiando sale fino in cima, usando mani e piedi esattamente come una scimmia. wow!
camminiamo ancora un poco nel bosco e dopo circa 45 minuti dalla partenza sbuchiamo in un piccolo spiazzo circolare, con una minuscola cascata. all'inizio quasi ci restiamo male, tanto è piccola, ma quando ci mettiamo in mutande e camminiamo fin sotto l'acqua, la piccola cascata si rivela subito una gran bella doccia fresca. decisamente piacevole dopo la lunga camminata al caldo. riprendiamo fiato sotto l'acqua fresca della piccola cascata, che ok è piccola, ma alla fine s'è dimostrata carina e piacevole. ci diamo un'asciugata sommaria e prendiamo la discesa per il ritorno. una mezz'oretta di camminata e troviamo ad aspettarci un piccolo vassoio con dell'ananas fresco. davvero ottima idea.
altre due foto all'elefantino e si riparte, in sella al motorino, ancora verso sud. in pratica a ko lanta yai ci son solo due strade principali che percorrono l'isola da nord a sud, una sulla costa est e una sulla costa ovest. una terza strada, trasversale collega tra loro le due strade principali più o meno a metà dell'isola.
noi percorriamo la metà sud della costa ovest, in direzione del parco nazionale che occupa la punta sud dell'isola. quando arriviamo all'entrata del parco scopriamo però che la strada in realtà finisce li. si paga 200b a persona per visitare il parco, ma la strada che lo attraversa tutto in tondo non si può percorrere col motorino, ma solo a piedi. una camminata di due ore abbondanti. siamo dei buoni camminatori io e Renaud, ma per oggi la nostra ora e mezza di camminata al caldo l'abbiamo già fatta, quindi decidiamo di desistere e di riprendere la strada in direzione opposta.
s'è fatto tardi e facciamo una sosta per il pranzo lungo la strada, ma in realtà son già le 4 del pomeriggio. il cibo thailandese è sempre ottimo e ritorniamo in hotel soddisfatti. chiediamo informazioni per andare via domani mattina col traghetto, ci concediamo l'ormai immancabile bagnetto del tramonto, doccia a riposino e temporeggiamo fino a cena.
non c'è molto da fare qui una volta passata l'ora della nuotata. si può leggere o scrivere, o riposare, e si finisce per andare a letto presto, dopo aver preparato lo zaino per la ripartenza di domattina.
domani si cambia isola ancora, si cerca di nuovo un letto per dormire, in un posto nuovo; si cerca qualcosa da fare per riempire le giornate, ma non troppo. ormai ci son talmente abituato che per chiudere lo zaino bastano 5 minuti, quante volte lo avrò già disfatto e rifatto? non lo so e non le voglio contare ora, ma son tante le volte.
e mentre ci penso mi rendo conto che sta già finendo il mio 22esimo giorno di viaggio, forse 23 da quando ho messo piede fuori da casa dei miei a Sassari. e il tempo sembra andare davvero troppo veloce in thailandia!

venerdì 7 dicembre 2012

snorkeling e immersioni a phi phi island

per mercoledì mattina abbiamo già prenotato lo snorkeling roundtrip, una mezza giornata di giro per i dintorni di ko phi phi, con 4 o 5 soste per fare il bagno con maschera e boccaglio e un paio di soste sulle spiagge più belle della zona, tra cui maya bay in cui pare che sia stato girato in famosissimo film "the beach" con leonardo di caprio. sarà ma io non credo d'averlo mai visto!
e così dopo la sveglia e una doccia lampo - che ci sta sempre bene anche se è fredda, ma fuori ci sono già più di 30 °C - andiamo a fare colazione e poi, come da accordi, ci presentiamo alla 10:30 in spiaggia, pronti per partire.
da li un ragazzo ci accompagna sulla spiaggia dall'altra parte dell'isola, saranno 200 metri a piedi, dove troviamo già un gruppone di persone in attesa. alle 11:00 arrivano due "long tail", le tipiche barche thailandesi di legno, lunghe e strette, che usano sia in mare che ne fiumi, e ci caricano a bordo.
la prima tappa la facciamo proprio dietro l'angolo, praticamente su uno scoglio dove ci sono al massimo 3 metri d'acqua che poi diminuiscono fino a poter salire sulle rocce. maschera e boccaglio e ci si tuffa subito, le pinne non ce le danno, ma pazienza.
l'acqua è di un caldo incredibile e in un palmo d'acqua vediamo già un numero impressionante di pesci diversi, di tutte le specie, le misure e i colori. decisamente impressionante.
mezz'ora in acqua vola, e non vorresti mai uscire, ma si riparte per spostarci verso il punto successivo, un isoletta che raggiungiamo dopo quasi mezz'ora di barca.
ad ogni tuffo la meraviglia aumenta, aumenta il numero di pesci e il numero delle discese che faccio in apnea. cerco di vedere ancora qualcosa di più e così cerco sempre di defilarmi un po' dal gruppone e di allenare l'apnea come quando ero ragazzino :)
sto in superficie bello rilassato e disteso al sole, nell'acqua calda, respiro a fondo e poi scendo a 2 o 3 metri. quando arrivo sotto afferro un grosso sasso e cerco di rimanere immobile sul fondo. e i pesci tropicali non si scocciano, forse perché ormai sono anche loro abituati ai turisti. e mentre io cerco di resistere più che posso loro si avvicinano anche, e qualcuno me lo ritrovo faccia a faccia davanti alla maschera. che meraviglia! l'apnea migliora ad ogni tutto e ad ogni nuova sosta, ma di pomeriggio la stanchezza inizia a farsi sentire.
facciamo una sosta a "monkey beach", la spiaggia delle scimmie, che sono tante piccole e anche un po' sfacciate. e ancora più sfacciate lo diventano quando tutti iniziano a comprare al chiosco la frutta da dargli, per attirarle vicino e fare le foto.
all'inizio si avvicinano e prendono le banane dalle mani della gente, mentre gli amici fanno le foto. ma quando qualcuno fa l'inteciso un po' troppo a lungo, cercando la posa giusta, allora le scimmiette iniziano a scocciarsi e a trappare di mano la frutta alla gente, fino a rincorrere una ragazza lungo la spiaggia :)))
...lei si spaventa e scappa via con agitando la banana tra le mani e la scimmia dietro che la insegue, finchè la ragazza si decide a lanciare via la banana, e la scimmia si ritira tranquilla col suo bottino! ahahah che risate!
e dopo monkey beach andiamo a vedere anche maya beach, un vero paradiso, e ci restiamo fino a poco prima del tramonto.
il tramonto a maya bay non si può vedere, perché il cielo all'orizzonte è un po' nuvoloso, così il nostro caronte thailandese ci carica di nuovo a bordo e si dirige verso il molo di casa.
mentre rientriamo il cielo si rischiara giusto in tempo per farci scattare un po' di foto ad un bellissimo tramonto, direttamente dalla barca, e rientriamo alla base tutti sfiniti e contenti, salati, scottati da sole e con un gran sorriso.
rientriamo in camera e dopo la doccia c'è subito il riposino. poi si riesce e andiamo a caccia di informazioni per le immersioni.
e poi a cena nel nostro ristorantino thailandese preferito, due passi e una birra al carlito. e poi a letto presto che domani mattina alle 7:30 ho appuntamento al diving center per andare a fare le immersioni. yeahhhhh
giovedì 6 dicembre per me è finalmente il giorno in cui faccio le immersioni
ieri durante lo snorkeling c'abbiamo pensato un po', e Renaud che non ha ancora brevetto e per due immersioni di prova dovrebbe spendere più di me, ha deciso che magari le immersioni lui se le farà a natale, con la sorella a Bali, dove si incontrano per passare insieme le vacanze di natale. mica male come idea!
e allora visto che lui ha deciso di non immergersi io penso di chiedere in giro per cercare un diving center dove ci sia un un dive master italiano. non che in inglese sia un problema, ma andando solo tanto vale andare con un italiano, anche solo per fare due schiacchiere su quello che vedrai o che hai visto a fine immersione.
e così faccio, e chiedo in giro ma non è facile, e alla fine scopro che su tutta l'isola c'è un solo dive center dove lavora una guida italiana, il "sea frog", la rana di mare, e mi indicano la strada per arrivarci.
arrivato li ho conosciuto Maria, dive master e istruttrice, italiana simpatica e pure carina!
a lei di solito appioppano i principianti che si iscrivono per fare il corso open, quello che io ho fatto ad ottobre in toscana. immersioni semplici ed esercizi didattici richiesti per il conseguimento del patentino PADI Open Water.
sempre la stessa minestra dice lei, quindi sembra anche contenta d'aver la scusa di poter fare due immersioni di piacere, senza esercizi, e per forzare un po' la mano agli organizzatori, vicino al mio nome sulla lavagna scrive in grande "parla solo italiano".
non è vero ma faceva comodo e piacere sia a me che a lei, quindi mi son fatto gli affari miei, ho pagato in anticipo i 2500b per le due immersioni, e la mattina dopo alle 7:30 ero già li, con solo il costume da bagno e gli occhiali da sole.
il tempo che passiamo sulla barca per arrivare al punto di immersione Maria lo usa per darmi tutte le indicazioni del caso e, visto che il mio patentino è ancora fresco, facciamo insieme un ripasso dei segnali con cui comunicare sott'acqua e lei mi fa vedere una miriade di segni con cui di volta in volta mi segnalerà sott'acqua i pesci o le altre cose che avvista.
arriviamo sul primo tuffo poco prima delle nove del mattino, ci mettiamo addosso tutta l'attrezzatura e subito siamo in acqua.
andiamo giù a 6 metri, io maria e un'altra ragazza francese pure lei open water. e dopo un attimo già Maria inizia a tintinnare la sua bacchetta sulla bombola d'alluminio per richiamare la nostra attenzione, e fa segni di pesci pappagallo, pesci scatola e pesce leone! si scende ancora, altri pesci e altri segni, il pesce trombetta, il pesce balestra, il pesce scorpione, e quando siamo sui dodici metri ecco le tartarughe! prima una poi due.  poi altre due più in la.
per loro sembra quasi che non esistiamo, e mentre la più grande è intenta a smantellare pezzi di roccia e a masticarla per mangiare i coralli io gli svolazzo attorno col mio mutino leggero e mi fermo a fluttuare un metro sopra li lei per qualche minuto, mentre lei cerca di strappare via dallo scoglio un pezzo di corallo grosso come la sua testa. non le interessa che io la stia a guardare e io resto li imbambolato come un bambino, a bocca aperta se si potesse, ma t'entra l'acqua salata!
la prima immersione dura 57 minuti, profondità massima 15 metri, ed è abbastanza per vedere tutto lo scibile dei pesci tropicali in numero e varietà veramente indescrivibile. tanto che fino alla fine abbiamo sperato di incontrare anche lo squalo leopardo, che qualche volta pare si sia fatto vedere in questo punto, ma niente da fare. pazienza.
finita l'immersione la barca ci viene a recuperare, saliamo a bordo, leviamo l'attrezzatura e facciamo un tuffo, poi risaliamo prendiamo un be thé caldo e anche se sono solo le 10:00 ...si sa che il mare mette appetito ;-) e mi concedo subito il mio pranzetto thailandese compreso nel pezzo ... e fanno tutti come me!
si parte verso il secondo spot di immersione, e tanto che aspettiamo di smaltire l'azoto accumulato stiamo tutti stravaccati al sole a ritoccare la tintarella. la mia è ancora rovente dalla giornata di ieri sulla long tail boat e alterno sole e ombra.
son contento della mia prima immersione di piacere dopo il corso, e d'aver trovato subito un gran feeling con la gestione dell'assetto e della respirazione. meglio di come pensavo visto che son già passati circa due mesi dalle prime sole 6 immersioni della mia vita. invece vado benino cavolo :) e consumo poco. ho finito l'immersione con ancora 90 bar nella bombola caricata inizialmente a 200 bar.
bene bene! son contento e non vedo l'ora di fare il secondo tuffo :)
ci buttiamo sul secondo spot alle 11:30 ed è subito fantastico anche qui. lo spettacolo si ripete, scoglio dopo scoglio, parete dopo parete, a tutte le profondità, e anche se c'è un po' di corrente e a momenti la visibilità diminuisce è davvero una gran bella immersione. litigo un po' con la maschera che si appana, ma dopo una 15ina di minuti e qualche risciacquo mi decido a levarla.
è semplice da fare ma io non ho tanta esperienza, e anche se l'esercizio l'ho fatto un paio di volte al corso, era comunque un esercizio in un palmo d'acqua.  ma son passati due mesi senza entrare in acqua, e ora stare a 15 metri, a mezz'aria a qualche metro dal fondo, levarsi la maschera e rimanere senza per un po', all'inizio é comunque una sensazione innaturale.
innaturale perché senza maschera ti senti davvero completamente in acqua e a quel punto respirare sotto la superficie del mare sembra ancora più strano e illogico. e va beh! io la levo, e resto senza per un mezzo minutino, ci infilo le dita dentro e cerco di pulirla meglio che posso, la rimetto, la svuoto e il problema dell'appannamento finalmente è risolto e anche in modo definitivo.
che bello, così posso godermi la mia bella immersione senza avere continuamente la nebbia davanti agli occhi!
me la spasso proprio anche questa volta, e Maria è sempre tutto un tintinnare di bacchetta e un indicare pesci di tutti i tipi.
qui i pesci balestra e i pesci velenosissimi pesci leone la fanno da padrone, tranquilli sulle rocce, che mostrano le loro piume.
e i pesci scorpione, la versione tropicale e super velenosa dei nostri scorfani, sono tantissimi anche loro, in diverse sfumature di arancione, di rosso e di marrone. che peccato aver lasciato a casa la custodia subacquea della fotocamera, ma per godersi il privilegio di uno zaino esageratamente leggero bisogna sacrificare tante cose.
16 metri di profondità massima e poi piano piano si risale, facciamo la sosta nostra bella sosta di sicurezza svolazzando a 5 metri e dopo 53 minuti di immersione esco dall'acqua con ancora mezza bombola, e il sorriso stampato in faccia come uno scemo!
rientriamo alla base, smontiamo tutto, sbarchiamo e saluto Maria, la ringrazio tanto per la bella mattinata, e lei mi tenta subito "domani ci immergiamo su un relitto a 30 metri, se vieni anche tu l'immersione ti vale anche per il prossimo brevetto".
mi mordo la lingua e mi pesto le mani, e alla fine dico di no. per qualche soldo in più posso anziché una posso dare di nuovo due immersioni da qualche altra parte, magari in una delle prossime isolette. magari in malesya, chi lo sa.
rientro all'hotel e dopo una doccia chiamo su skype mio nipotino Mattia per raccontargli di tutto quello che ho visto durante le immersioni. i pesci tropicali che ho visto lui li conosce tutti, sento dall'altra parte la voce sopresa mentre mi chiede "e hai visto anche i pesci pagliaccio?!" e posso immaginare le facce che fa mentre mi ascolta raccontare. chissà se ci fosse stato anche lui ieri a fare snorkeling :)
magari tra qualche anno capiterà di poterci immergere insieme, magari in uno di questi posti meravigliosi!
esco a pranzo con Renaud, e il pomeriggio passa tra passeggiate e riposino.
e poi ancora camminate e cena thai, e baretti e fire show, e musica e biliardo, e vacanzieri abbronzati e contenti.
e poi di nuovo a letto che domani si parte di nuovo, e cambia di nuovo isolaa, e questa volta si va a Ko Lanta.

mercoledì 5 dicembre 2012

martedì 4 dicembre si va a phi phi island

ci svegliamo presto martedì mattina, per il trasferimento a phi phi.
facciamo la nostra ultima colazione abbondante in thalang road e aspettiamo il van che ci porta al molo.
solo un paio d'ore di barca e siamo già a Phi Phi island, e sembra d'essere finalmente arrivati in uno di quei paradisi thailandesi di cui tutti parlano al rientro dalle vacanze e nelle guide, con la sabbia bianca e l'acqua verde, vegetazione rigogliosa e un numero infinito di palme a pochi metri dal bagnasciuga. era ora! son proprio contento.

appena scesi dalla barca, direttamente sul pontile, veniamo travolti da tutti i "venditori" di stanze, ma ormai siamo pratici e riusciamo velocemente a trovare la stanza più economica dell'isola, 600b per una camera doppia alla "RS guest house", con il wi-fi che un po' funziona e un po' no.
la stanza non è un granché ma costa poco, non potevamo davvero trovare di meno e a noi va benone.
l'isola è piccola e molto molto carina, la gente non è tantissima, forse l'alta stagione è ancora solo all'inizio, e si respire un clima generale di grande tranquillità.

l'ora di pranzo incombe e troviamo subito un chioschetto in centro che diventerà il nostro ristorante di fiducia per tutto il soggiorno a Phi Phi. dopo pranzo riposino, per recuperare l'alzataccia, e poi subito una passeggiata attraverso le stradine dell'isola, appena in tempo per vedere in tramonto in spiaggia. si gira solo a piedi a Phi Phi, al massimo in bicicletta, non ci sono macchine, e gli unici ad andare in motorino sono i pochi poliziotti e agenti della security. tutto il resto dell'isola si muove sulle proprie gambe, al massimo spingendo dei piccoli carrelli per trasportare le merci dei market, dei bar, dei ristoranti, o le bombole dei numerosissimi diving center.
giriamo qualche baretto in cerca di un po' di movimento, e magari un po' di musica sulla spiaggia.
chiediamo e ci indicano il Carlito, il Banana Bar e un altro ancora, dove fanno uno fire show in spiaggia, ragazzi giocolieri che si esibiscono col fuoco, facendo volare per aria bastoni accesi e altro :) e noi li guardiamo bevendo una birra fresca. e poi ritorniamo tranquilli tranquilli alla nostra stanza, mezzo assonnati e con le informazioni su cosa fare domani in quest'isoletta carina.

martedì 4 dicembre 2012

30/11 - 3/12 Phuket Town e l'isola di Phuket

venerdì 30 è mattina presto quando sbarchiamo dal traghettino "pidocchioso", come direbbe un mio vecchio amico.
un ragazzetto ci viene a prendere tutti al molo e ci accompagna in una via di Suratani, ad un paio di km di distanza, a piedi, dove troviamo una specie di agenzia di viaggi, abbastanza piddocchiosa pure questa, che ci fa accomodare su alcune sedie sistemate in mezzo alla strada.
la signora dell'agenzia raccoglie tutti i biglietti e gli itinerari di tutti gli arrivati, e sinceramente non so come faccia poi a ricordarsi di tutti, ma lei ci riesce. e dopo una mezz'ora inizia a smistare le persone in base alla destinazione finale. alcuni vanno su un taxi, altri su una macchina; alcuni vengono accompagnati a piedi, altri caricati su un motorino. e ancora non è completamente giorno. dopo un oretta circa tocca a noi e si riparte, di nuovo a piedi e facciamo un altro paio di km fino ad arrivare al grosso pulman che ci porterà direttamente a Phuket Town, che di sicuro è più economico delle famose spiaggie più gettonate dai turisti.

a phuket town arriviamo alle due del pomeriggio, in una stazione dei bus un po' fuori mano, ma con 10 bath saliamo su un taxi pubblico, l'ormai noto fuoristrada con le panche laterali; in questo caso più in camion che un fuori strada; e in pochi minuti arriviamo ad un altra stazione di bus ma in centro città. da qui a piedi ci mettiamo poco ad arrivare ad un ostello abbastanza carino, "sleep sheep guest house", che ha come logo una simpatica pecora che dormicchia. siamo fortunati perché hanno posto solo per una sera, ma da domani sono al completo quindi ci dovremmo spostare. il posto è carino e pulito e paghiamo 200b a testa per un posto letto in una stanza da otto, ma poi saremo solo in quattro.
una notte è abbastanza, perché al pomeriggio abbiamo tutto il tempo per andarcene in giro per Thalang road che rappresenta praticamente il cuore storico della cittadina, e trovare la Thalang Guest House, 399B per una stanza con 3 letti e bagno privato.
la stanza e il bagno non sono granché ma son comunque accettabili e il prezzo comprende la colazione, che vuol dire risparmiare dai 50 ai 100 bath al giorno a testa, mica male! perché la stanza continuo a dividerla con Renaud e che ci rimane  anche il terzo letto da utilizzare come guardaroba comune :)

passeggiamo per il centro che non si rivela niente di particolare, ma phuket town è solo una base economica da cui poi spostarci in cerca delle cose che possono interessarci, ed è anche il classico posto che devi proprio vedere quando vai thailandia, visto che tutti ne parlano. e intanto facciamo programmi per i giorni sucessivi, e intanto troviamo un mercato notturno dove cenare e prendere la frutta. la passeggiata finisce col ritorno alla sleep sheep e dopo una bella doccia andiamo a letto armati di lonely planet e carte geografiche dell'isola.

la mattina di sabato 1 dicembre ci alziamo abbastanza presto io e l'amico francese, e procediamo come previsto. prima ci trasferiamo di casa, al n. 37 di thalang road, e poi appena lasciati gli zaini ritorniamo verso il vecchio ufficio postale a noleggiare il motorino. 200B per 24 ore, fino alle 10 del giorno dopo e partiamo alla conquista dell'isola.
è una delle isole più grandi della thailandia phuket, e da quando è stata collegata alla vicinissima terra ferma da un ponte, piano piano nel tempo ha perso l'iniziale appellativo Ko (isola in thai). ed è anche l'isola probabilmente più gettonata da tutto il turismo mondiale. quel turismo degli alberghi giganti ad un metro dalla spiaggia, dei bar in seconda linea subito dietro gli alberghi, e dei bordelli in terza fila, e spesso anche in seconda, che fanno tutt'uno con i bar.
lo sappiamo già con Renaud che non è quello che ci interessa, ma visto che siamo qui, un giretto col motorino per dare un'occhiata lo possiamo fare, tanto con 50B di benzina ci giriamo tutta l'isola.
e così facciamo tutte le spiagge più importanti, kammara beach è veramente orribile, con la sua distesa interminabile di ombrelloni e sedie sdraio. la sabbia è scura e l'acqua non è niente di che. c'è un mare di gente e nemmeno ci fermiamo.
patong beach è ancora più affollata, e il lungomare è tutto un unico ingorgo di auto, moto e taxi di tutti i colori e le misure.
qui o schema è proprio rigido, una spiaggia lunga 5 km, 10 file di ombrelloni e sdraio per tutta la spiaggia, subito dietro un lungomare asfaltato e intasato dal traffico dove si va a passo d'uomo anche col nostro piccolo motorino. attraversata la strada subito una schiera interminabile di alberghi alti 20 o 30 piani, tutti uguali e tutti con piscina, e dietro questi una gigantesca corsia di bar, con delle costruzioni enormi che ospitano ciascuna al proprio interno tanti piccoli chioschetti tutti uguali dove rifornirsi di alcool. nella via ancora dietro i negozi e le guest house.
questa fascia è vuota ora, sono le 4 e solo noi e pochi altri facciamo due passi qui in cerca di qualcosa da mangiare. e ovviamente ci immaginiamo la dinamica di massa. tutti tutti tutti in spiaggia fino al tramonto, dopo il tramonto via in hotel, doccia e magari pennica. poi tutti a cena, e poi tutti nel girone dei baretti a sbronzarsi fino a notte fonda. ballucchiando un po' e facendosi strusciare un po' dalle ragazzette thailandesi a caccia di turisti. poi a letto, domani sveglia all'ora di pranzo e si riparte. ma noi ce ne andiamo prima del tramonto, anche perché qui è tutto più caro, una maglietta costa 4 volte che a bangkok; e quando tiri sul prezzo questi thailandesi di phuket non sono così gentili come siamo abituati noi, ma si scocciano, e qualcuno un po' più scorbutico ti dice pure "e allora tornatene a bangkok, qui sei a patong my friend e tutto è più caro!" ...ok e allora tienitela la tua maglietta e tieniti pure la tua patong my friend, che sinceramente a me fa abbatanza cagare!
l'ultima tappa è il tramonto a karon bay, che per fortuna e più carina delle precedenti due spiagge, e più vuota, sicuramente per l'orario. qui la spiaggia è pulita e la sabbia più bianca, anche l'acqua non è male e ci facciamo anche un tuffo, e il tramonto lo guardiamo seduti sul bagnasciuga sorseggiando una birra ghiacciata in santa pace ...va beh ...salvati in corner, ma non siamo mica tanto contenti.
risaliamo sullo scooter e ritorniamo a phuket town, a thalang road. e lungo la strada ci fermiamo anche per cena. arrivati in camera facciamo una doccia per cena e poi si esce a fare due passi e a bere una birra in un bar. probabilmente domani teniamo il motorino per vedere l'altra metà dell'isola.

ma intanto ci rendiamo conto che oggi è primo dicembre, cacchio! e il 14 o il 15 al massimo dobbiamo lasciare la thailandia per entrare in malesia, perché ci scade il visto turistico. due settimane son volate davvero, e iniziano ora le nostre due ultime settimane in thailandia. i tanti mi mandano a quel paese quando lo dico, ma un mese di viaggio è veramente poco ...e in questo caro è "più poco ancora", se così si può dire, qui in thailandia. anche se mi sa che la prossima volte lascio perdere le spiagge e vado a nord ...che deve essere ancora più bello e decisamente interessante.

domenica 2 dicembre non teniamo lo scooter, ha piovuto tutta notte e piove ancora, quindi mi metto il poncho impermeabile a vado a riconsegnarlo. ritorno in hotel e si fa colazione, poi piove ancora e ritorno in stanza, e scrivo un po'.
smette di piovere alle 2 e fa subito un caldo indescrivibile, allora io Renaud pensiamo d'andare direttamente al molo più vicino per chiedere informazioni sui traghetti per andare a phi phi island, e sui prezzi. ma la nostra idea si rivela purtroppo un buco nell'acqua! dopo aver camminato per quasi due ore, sotto il sole cocente e senza un filo d'aria, non siamo riuciti a trovare nessun mezzo pubblico che vada al porto e l'unica alternativa sembra il taxi. ma alla reception dell'hotel il biglietto per phi phi island costa 350b, compreso il van che ti viene a prendere e ti porta al pontile. non ha senso spendere dei soldi in taxi per  andare e tornare, per quanto possiamo poi risparmiare sul traghetto, alla fine ci costerebbe di più. e così decidiamo per al ritirata, e sulla via del ritorno ci fermiamo in negozio carino a comprare i pantaloni da pescatore thailandese e una maglietta carina, per 400 bath in tutto.
siamo davvero sfincati dal caldo improvviso e dalla camminata ormai di tre ore, e quindi la pennica è quasi obbligatoria.
usciamo per fare due passi, e troviamo un altro mercato notturno dove facciamo incetta di frutta fresca, che la ragazza del chiosco prima ci suggerisce e ci fa provare, e poi ci prepara davanti sbucciandola e tagliandola davanti ai nostri occhi. oltre al mango e all'ananas, fantastici fantastici come sempre, e al mancù che conosciamo già; lei ci fa provare un frutto che assomiglia ad una mela verde gigante, con anche la polpa simile a quella di una mela, ma più dolce, succosa e incredibilmente dissetante. facciamo fatica a finire tutta la frutta comprata, ma è una grande soddisfazione.
anche alla sera si risolve tutto con una grande camminata, e ritorniamo alla guest house per una doccia. una cena vera non l'abbiamo fatta, e più di una persona c'ha consigliato di provare il "Timbur Hut", un pub che sta un paio di parallele più su di thalang road, dove si sta bene, fanno musica dal vivo e si può anche mangiare. e visto che pare che non ci siano tante alternative movimentate noi non ce lo facciamo dire due volte e andiamo a vedere.
il posto è carino, e la cantante davvero brava. bravi anche i musicisti. un cantante uomo canta le canzoni in thai e una ragazza canta quelle in inglese, con tanto di grandi classici del blues e del soul fino ad Aretha Franklin, niente male.
la birra costa un po' ma il locale vale la pena, il prezzo del cibo è più allineato e quello che mangiamo è anche buono, a parte che il mio piatto, di cui non ricorderò mai il nome, è composto praticamente per metà di peperoncini rossi che lascio nel piatto, e il risultato è veramente infuocato, anche per me che amo il piccante. l'unica cosa un po' antipatica sono i camerieri che passano, acchiappano la tua birra e ti riempiono il bicchiere, chiaramente per spingerti a bere più velocemente e di più, e per di più lo fanno in modo assolutamente sfacciato, e la cosa non è che mi piaccia tanto.
si sta bene comunque al Timbur Hut, e passiamo un po' di tempo al tavolo. al piano di sotto si ballucchia e allora io e Renaud decidiamo di andare a vedere e di scuoterci un pochino in mezzo alla gente, anche perché la musica è carina anche se la mezza pista da ballo è davvero super affollata. dopo poco però arriva ilcameriere che ci vuol far ordinare da bere quasi a tutti i costi; noi gli diciamo che abbiamo cenato e che abbiamo già bevuto al piano di su, ma lui storce il muso e dopo un quarto d'ora ritorna, e insiste. alla terza volta ci dice chiaro e tondo che se non consumiamo non possiamo stare li e dobbiamo ritornarce al piano di su. bah che rompipalle sto qui! non torniamo su, meglio esco a fumare ...ma quando usciamo fuori, dopo due chiacchiere s'è fatta l'una e decidiamo di ritornare in hotel.  è già tutto chiuso, ma le ragazze lasciano fuori sedie e tavoli, senza catene ne niente, che a quanto pare nessuno tocca niente. e così resto un po' li a leggere ancora due notizie sulla povera italia e a fumare l'ultima sigaretta prima d'andare a dormire.

la mattina di lunedì 3 dicembre piove di nuovo, santa pazienza! certo che anche qui con sta pioggia non andiamo mica bene. va beh, sai che c'è?! che cavolo possiamo fare qui con la pioggia? si va a phi phi? quando? e se piove anche li? insomma qualcosa faremo e decidiamo di prendere i biglietti per phi phi island alla reception, domattina si va, ci viene a prendere il taxi alle 8:00 in punto. ma poi finisce anche la pioggia, e riprendiamo il motorino e andiamo a vedere quella parte di phuket island che ci manca, la parte est e sud di Phuket. ad est vediamo un paio di spiagge carine, e anche un bel vedere, e un villaggio di pescatori dove siamo gli unici turisti, tra pescatori che cuciono le reti e mogli che sgusciano un mollusco che è una via di mezzo tra una grande patella e una piccola ostrica. e ci fermiamo qui a mangiare al volo una piccola scodella di noodle soup che si rivela semplicemente sublime!

ripartiamo e percorriamo tutto il litorale verso sud, e ogni tanto di fermiamo per fare le foto alle piccole isolette che stanno tutt'attorno a phuket, poco lontano dalla costa. andiamo ancora verso sud e incontriamo il villaggio di Rawai, con il suo pontile e il mercato del pesce sul lungomare. il pesce sembra tutto freschissimo e buonissimo, spesso vivo nelle vasche piene d'acqua. e dopo aver camminato un po' vediamo un cartello che dice più o meno "tu compri il pesce e noi te lo grigliamo" ... mmm che fare?! davvero una gran tentazione, e perché mai non provare?! così faccio due passi indietro e la ragazza gentile del chioschetto mi consiglia un pesce sul mezzo chilo, particolarmente adatto al barbeque, e dopo un minuto l'altra ragazza gentile del ristorante lo pulisce, lo fa al cartoccio e lo mette sulla griglia. 10/15 minuti al massimo e sto già mangiando il mio pesce alla griglia, anche se son le quattro e ho già pranzato, ma tanto qui è tutto leggero, senza pane e con le verdure, e poi alla panza non si comanda più di tanto ... e quando ho finito non posso che essere contento dell'ottima idea, e ripartiamo verso sud, io e Renaud col sorriso, e io anche con la pancia piena :) dopo poco raggiungiamo il belvedere di Cape Promtep, la punta in assoluto più a sud di tutta phuket, con di fronte due isolette piccole e verdi di vegetazione tropicale. e ti credo, con tutta questa pioggia e questo sole, ora capisco la vegetazione rigogliosa e sempre verde. facciamo qualche foto e poi si riparte, lasciando la costa e dirigendoci verso il centro dell'isola, in direzione del grande buddha di phuket, che sta in cima ad un'alta collina, ed è visibile ad occhio nuda da buona parte delle coste dell'isola. non è semplice arrivarci, ne vicino. i cartelli scarseggiano e ci affidiamo alle indicazioni dei thailandesi. dopo quasi 10km di tornanti in salita in mezzo alla foresta arriviamo in cima alla collina, ai piedi del grande buddha giusto per riuscire a fargli qualche foto prima del tramonto. veramente suggestiva questa enorme statua qui in cima. anche se va detto, fa sempre un po' pensare vedere così tanti soldi spesi per l'adorazione di un culto o di una religione. fatto buio ci rimettiamo in sella, scendendo giù dalla collina ci fermiamo per un piccolo rabbocco di benzina, e per 30 bath una ragazza di una chioschetto lungo la strada ci versa nel serbatoio una mezza bottiglia di benzina, ma è abbastanza per rientrare a thalang road. rientriamo alla base dopo aver girato tutta l'isola in lungo e in largo, da nord a sud e da ovest ad est. bene bene! giusto in tempo prima della partenza di domattina per phi phi island ... phuket fatto! taaac!!!

venerdì 30 novembre 2012

giovedì 29 novembre, in fuga dalla pioggia di ko tao

siamo abbastanza contenti per la serata di ieri, che c'ha mezzo salvato la giornata a Ko Tao. il full moon per fortuna è stato abbastanza carino da non farci sentire di sprecare del tutto un giorno. ma stanotte ha piovuto senza sosta e stamattina piove ancora. controllo il meteo e si prevede pioggia fino a martedì, mentre un'amica mi dice che a Phuket negli ultimi due giorni c'è stato sempre il sole e le previsioni promettono bel tempo ancora.
è un po' un peccato ma a prendiamo l'ardua decisione di scappare dalla pioggia, lasciando ko tao, l'isola delle tartarughe, senza essercela goduta davvero. mi dispiace tanto perché l'isola pare sia particolarmente bella per fare le immersioni su fondali fantastici e praticamente la certezza di vedere le tartarughe marine ovunque, ma oggi è giovedì, e non si può certo restare qui fino a martedì nella speranza di una mezza giornata di sole.
così sempre da Mr. J prendiamo anche i biglietti più economici dell'isola per il trasferimento da ko tao a phuket town, dritti dritti dalla pioggia della costa est a (si spera) il sole della costa ovest.
smette di piovere solo a mezzogiorno, abbiamo fatto già il checkout da Mr. J e ci siamo avviati verso il molo. per salvare il salvabile ci mettiamo in tasca i poncho impermebili e prendiamo a noleggio il motorino. la ragazza del noleggio ci tiene gli zaini e visto il tempo e la poca gente, dopo un po' di trattativa ci fa un prezzo fino alle 7:00, ora di chiusura.
e così con 150B per il noleggio e 50B di benzina andiamo alla scoperta dell'isola in motorino prima di salutarla in fretta e furia.
e in 6 ore la giriamo tutta quest'isoletta, e con tutta calma! andiamo all'estremo sud, fino ad una spiaggia di fronte a shark point, che più che un isolotto è uno scoglio, ma durante le immersioni ci si trovano spessissimo gli squali manta. e vabeh ...niente immersioni e niente squali per questo giro, ma speriamo bene ad ovest. poi andiamo verso il lato ovest, e li passiamo in mezzo ad una piccola giungla di grandi alberi tropicali di cui non so il nome, e gironzoliamo tra salite e discese fino ad un grande belvedere in cima alla collina più alta di ko tao, e oltre al belvedere ci troviamo anche un grande bacino artificiale dove evidentemente ci raccolgono l'acqua piovana, che di certo non manca, per poi distribuirla a tutta l'isola. mentre ritorniamo giù invece ci imbattiamo in una centrale elettrica dove si produce la corrente elettrica per tutta l'isola. è sempre buffo scoprire che un intera isola viene alimentata con dei generatori di corrente che altro non sono che dei grossi motori diesel. e infatti la centrale è poco più di un piccolo spiazzo con con alcuni grossi gruppi elettrogeni, una cabina di trasformazione da cui partono tutti i cavi e i tralicci in tutte le direzioni e un piccolo parcheggio per l'autobotte del gasolio. ma poi ci penso e succede ancora anche in italia, a ventotene ad esempio, o in altre isole piccole ma molto lontane dalla costa. e dovrei controllare un po' su internet ma forse ko tao, ad occhio e croce, potrebbe esse grande proprio come ventotene, ma con gran parte del territorio coperto da alberi e vegetazione tropicale.
girandola un po' è proprio carina quest'isoletta, specialmente quando appare qualche raggio di sole, ma noi abbiamo fatto in fretta col motorino e allora decidiamo di fermarci per pranzo anche se sono le 3 del pomeriggio, ma la pioggia c'ha tenuto a letto fino a tardi.
mangiamo con calma nel ristorante di una guest house completamente fatta in legno, ed è tutto economico e buonissimo, e visto che ci siamo chiediamo anche i prezzi delle stanze. non torneremo di nuovo a ko tao ma siamo curiosi di farci un'idea chiara di tutti i costi in tutti i posti dove stiamo. e scopriamo che anche qui si potrebbe prendere una stanza per due persone per 400B.
passa un'oretta e riprendiamo il motorino per l'ultimo giro, quello sul lato nord. ripassiamo per il centro, dove avevamo fatto benzina e riprendiamo la strada principale, che è una sola e non è bemmeno asfaltata ma cementata. ma di sicuro è la principale, visto che le altre invece sono quasi tutte sterrate, completamente o almeno in parte, e ogni tanto siamo dovuti tornare indietro perché in alcuni punti la strada era interrotta, completamente scavata dall'acqua venuta giù dalla collina o invasa da fango e sassi. arriviamo in un attimo nord, ma la strada finisce dentro un resort gigantesco e per quanto non mi piacciano i resort, devo ammettere che questo è davvero bello. in pratica è un pezzetto di isola completamente privato, ma è possibile accedere e arrivare ad un view point all'interno del resort stesso, dove possiamo fermarci per un po' ad ammirare lo spettacolo di una piccola piscina vista mare, a picco sugli scogli, che pesca acqua di mare e la ributta giù, sugli scogli come una piccola cascata. e formano quasi un unica distesa azzurra, la piscina il mare e il cielo sereno.
dopo aver riposato per un po' le gambe dal giro sul motorino e osservato lo spettacolo siamo pronti a ripartire, e andando via ci fermiamo per chiedere i prezzi del resort. qui chiedono da 50 a 100 euro a notte, con prezzi intermedi in base al periodo per una camera doppia per due persone. il prezzo più alto è per la quindicina tra natale e capodanno.
chiaramente rispetto a dove dormo io il prezzo è una follia, ma a pensarci bene, se mi ricordo un attimo i prezzi in italia e in generale in europa non è poi nemmeno così esagerato anzi!
in italia sei fortunato se paghi 50 euro per una singola a porto ercole in bassa stagione, in un albergo che è più una pensione. 70 euro per una stanza in due stelle a sassari o per una doppia in un b&b in periferia. 120 euro per una doppia sempre in un due stelle a roma o a milano. lo stesso per la doppia più economica nella super turistica barcellona nei periodi meno cari. ...è qui se ci pensi con 100 euro a notte ti ci fai natale e capodanno, in un resort fantastico, almeno 4 stelle, forse colazione inclusa, ad 2 metri dalla spiaggia privata, su un isoletta che è una delle perle più famose del sud thailandia... lo dico sempre che non fa per me stare chiuso in un resort super organizzato, ma vista in quest'ottica, una coppietta benestante che scappa dal freddo italiano per venire qui e fare 15 giorni tra natale e capodanno, spendendo magari 3000 euro compreso l'aereo, i pasti e le escursioni, lo capirei e come!
ma non siamo una coppietta io e Renaud ahahhah e meno male! siamo solo due mezzi vagabondi che si son messi a chiacchierare in stazione a bangkok, e che poi si son ritrovati in un altra stazione e hanno scoperto che avevano pensato allo stesso viaggio per le loro ultime due settimane in thailandia. e allora tanto vale farlo insieme sto viaggio, che ci dividiamo la stanza e il motorino e risparmiamo tutti e due. e dopo poco scopriamo che ci stiamo simpatici, e che viaggiamo allo stesso modo, che ci piacciono le stesse cose e che tante altre cose tutti e due invece non le sopportiamo. non sopportiamo le spiagge con troppi turisti stranieri, la coca cola, il mc donald, e i vecchi ciccioni stranieri che se ne vanno in giro in spiaggia con le ragazzette thailandesi.
insomma noi nelle stazioni non ci dormiamo, ma ci passiamo, ci incontriamo e ci facciamo amicizia. e poi prendiamo il motorino e ce ne torniamo al molo, dove c'aspetta il traghetto.
niente scozzese questa volta e niente barca nuova di zecca. una barca vecchia e arruginita, con la struttura tutta in legno, fatta di due piani, ognuno con una grossa camerata dove si dorme. niente letti a castello stavolta ne pavimenti appena verniciati, solo dei materassini in terra e dei cuscini, disposti su due lunghe file per terra, uno di fianco all'altro.
ogni persona che entra, viaggiatore come noi, ragazzo o ragazza, praticamente di tutti i paesi d'europa, qualcuno dall'asia e qualcuno da australia e nuova zelanda, tutti guardiamo i materassini per terra e iniziamo a ridere. sistemiamo gli zaini, chi sotto la testa chi sotto i piedi e ci sdraiamo ...abbiamo visto un gatto di sotto, con i marinai, speriamo solo non ci siano le pulci! e buonanotte :) che tanto per noi l'importante è andare!

giovedì 29 novembre 2012

mercoledi 28 novembre, l'arrivo a Ko Tao e il full moon party

sbarchiamo alle 7 del mattino a ko Tao, dal traghettino nuovo fiammante, tutto rosso e con i pavimenti verdi, dell'amico scozzese. è proprio presto e il risveglio non è facilissimo.
tanto per gradire piove anche qui, ma a quest'ora è tutto chiuso e non possiamo comprare nemmeno i poncho impermeabili. per fortuna c'è una grande tettoia al porto, sotto cui ripararci dalla pioggia e dall'assalto dei taxisti che ci vogliono portare in qualsiasi hotel dell'isola per prendere la corsa e la percentuale sulla stanza.
qui si capisce subito che siamo arrivati in una zona super turistica, Ko Tao significa isola delle tartarughe e l'isola, dicono bellissima, è famosa per le immersioni e proprio per la facilità con cui si incontrano questi animali. si capisce che siamo in zona turistica perchè è tutto diverso da come eravamo abituati noi, si paga tutto e si paga di più, e si paga 20B anche per la toilette davanti al pontile.
sono più cari del solito anche i taxi, il cibo e gli hotel. c'avevano avvisato e c'avevano detto anche che era meglio prenotare perché le isolette del sud sono tutte piene in questo periodo. ma quando vai a prenotare di propongono solo stanze da 800B, se sono poco più di 20 euro, e che in due (viaggio ancora con Renaud e dividiamo la stanza) sono comunque pochi, ma sono sempre più del solito.
e allora pagare 800 per 800 noi non ci siamo fidati delle agenzie, e abbiamo deciso di avventurarci. tanto arriviamo fin troppo presto e abbiamo tutto il tempo di cercare una stanza, se poi non troviamo di meglio ...allora vada comunque per gli 800B, ma almeno c'abbiamo provato!
proviamo proviamo, e appena apre un negozietto compriamo i poncho di nylon leggero e proviamo ...e prova che ti riprova siamo talmente bravi e fortunati che troviamo Mr. J che una stanza bruttarella e nemmeno tanto splendente ce la affitta per soli 350B a notte :) ...sempre da dividere in 2!! ahuahauh alla faccia delle agenzie e alla faccia di quello che a bangkok m'ha detto "se pensi di poter fare da solo fallo" e di quell'altra ancora, che m'ha detto "caro mio 200B a notte al sud te lo scordi!" ...e infatti ora ne pago 175. chiaro non c'è l'aria condizionata da Mr. J e non c'è nemmeno l'acqua calda per la doccia - sai che problema con 36/37 °C di giorno e 28 di notte  - in compenso c'è l'acqua calda per il caffè e per il thè, ed è gratis, basta che ti compri le bustine al market. tu metti la bustina e Mr. J ci mette l'acqua calda, che sembra niente, ma intanto un thè al bar costa 40B!
sistemati gli zaini partiamo, come al solito a piedi, alla conquista dell'isola, e girovaghiamo per le due vie principali fino all'ora di pranzo.
il primo giorno di vacanza al mare è un po' duro da digerire per le tasche, e quello che a bangkok potevi mangiarlo per 50B qui costa più del doppio, e tra mangiare e acqua ne spendiamo 150 a testa. e dico la verità, ci viene un po' il muso lungo all'inizio, ma poi passa ed il posto a detta di tutti vale la pena.
ci fidiamo di quello che ci dicono, perché per ora piove ogni mezz'ora, e alla fine scopriamo che forse abbiamo saltato qualche pagina sulle guide, o abbiamo fatto di tutta la thailandia un fascio, o di tutto il sud un fascio, ma qui in realtà essendo sulla costa est è il periodo in cui arrivano i monsoni dall'indonesia, e portano tutta questa pioggia. cacchio!
allora cerco su internet le previsioni del tempo, potevo pensarci prima, e la cosa è preoccupante, perché qui si prevede pioggia per tutta la settimana, mentre a phuket a quanto pare c'è il sole. possibile che abbia preso davvero una cantonata così grossa?! beh a giudicare dai fiumi d'acqua che vengono giù dalle strade si direbbe proprio di si. ma per ora mio malgrado non rimane molto da fare, e restiamo chiusi in stanza, ascoltiamo un po' di musica, e la pioggia, leggiamo la lonely planet alla ricerca di una via d'uscita e speriamo che domani sia meglio, anche se le previsioni dicono il contrario.
e pensare che a Ko Pa Ngan c'è il full moon party più grosso e famoso di tutta la thailandia, che mentre dalle altre parti è una festa pagana con musiche tradizionali, costumi, fiori che galleggiano in mare e lanterne che volano in cielo, li è un rave gigantesco, con migliaia di persone che ballano a tempo di disco music su tutte le spiagge. c'è gente che arriva in aereo da tutto il mondo, direttamente a ko samui, e poi in barca fino a ko pa ngan, solo per il full moon party, e si passa da una spiaggia all'altra, da un genere musicale all'altro, tutto attorno all'isola, con in mano un secchiello di ghiaccio pieno di qualcosa da mischiare al whisky o pieno di birre.
non ho intenzione di andarci a ko pa ngan, non è quella la mia vacanza, e non è quello il mio viaggio. non sono qui per passare una notte o 7 completamente sbronzo e poi ritornare a casa con in bocca quel sapore di metallo arrugginito di chi ha bevuto troppo.
per carità, niente di male per chi lo fa, e buon divertimento! ma non prendo l'aereo andata a ritorno per andare ad un rave, e non prenoto 3 mesi prima un albergo sulla spiaggia per passarci solo un fine settimana. beato chi lo fa, magari a 19 anni, magari con i soldi del papà. io ho interessi diversi, budget diversi e tempi diversi; che se poi finiscono con dieci birre o 100 birre in spiaggia con gli amici fino all'alba va bene uguale, ma non è la stessa cosa!
ma poi smette di piovere, anche se dopo tanto, e usciamo a caccia della cena,  anche qui montano un palco, per il full moon party ovviamente. che ci sia un po' di movida anche qui stasera? poco male, stiamo a vedere.
dopo un oretta fanno i fuoci d'artificio per strada, ma noi siamo lontani e non facciamo in tempo a vederli, perché quando arriviamo in spiaggia son già finiti. e quando ritorniamo al molo, dove montavano il palco, non c'è la musica da discoteca qui, ma i canti e i balli tipici thailandesi e le ragazze in costume e i carretti che friggono di tutto, il riso, le verdure, il maiale il pollo e anche il pesce. così gironzoliamo tra la festa, e ci passiamo delle ore.
quando il buio è più pesto allora iniziano a lanciare per aria le lanterne. dei cilindri di carta bianca, sottile e leggera, dove si appendono sotto dei grossi anelli di carta pesta che si accendono, e il calore dell'aria ad un certo punto, come una mongolfiera fa sollevare per aria la tua lan, terna, e il vento la porta via a svolazzare sul mare. e non solo da questo pontile e da questa spiaggia, ma arrivano lanterne anche dall'altro lato dell'isola, e non capiamo come mai, ma il vento le porta tutte nelle stessa ridezione, fino a fermarsi in un determinato punto da cui non si muovono più.
e in quel punto a momenti ci vedi una decina di lanterne, a momenti decine e decine, che contarle è impossibile, tutte li vicine, ferme ferme a svolazzare per aria fino a quando poi si spengono e lentamente cadono giù in mare.
davvero affascinante, ma è una tradizione thailandese, quindi mi limito a guardarla. la cosa però dilaga e inizia rapidamente a coinvolgere anche tanti turisti e dopo un paio d'ore ok! non resisto, e con Renaud decidiamo di comprare anche noi la nostra lanterna!
l'accendiamo e la teniamo bassa bassa sul molto per un bel po', perché in tanti anno troppa fretta di farla partire, ma se dentro l'aria non è abbastanza calda allora il vento la scuote, la fa abbassare e qualche volta la fa piombare subito in mare. l'abbiamo già visto succedere a tanta gente. e allora noi aspettiamo pazientemente, un bel po', e poi ci guardiamo un faccia e "ok, aspettiamo" e ancora un altro paio di volte finché la nostra lanterna vuole proprio scappar via da sola e quando la lasciamo andare decolla come un missile!
come Montgolfier, mi dice Renaud da buon francese. e vabeh penso io, che se non sbaglio Galileo il pallone aerostatico l'aveva pensato centinaia di anni prima. ma non stiamo qui a sottilizzare, che in fondo è un pezzetto di carta con uno stoppino che svolazza in cielo e poi cade in mare. ma siamo in Thailandia ed è il full moon party, e quella è anche la nostra lanterna e vederla volare in alto fino a raggiungere tutte le altre è anche un pochino emozionante. quando la nostra lanterna si spegne ci spostiamo in spiaggia, e li è pieno di thailandesi di tutte le età, con delle vaschette galleggianti con dentro piante, fiori, candele e incensi.
le lasciano andare in mare, tra le piccole onde, ringraziano e pregano. confidano nella buona sorte e nel buon auspicio del rito e della tradizione. e ringraziano il mare e il cielo che si portano via i fuori e le lampade, e allo stesso tempo si scusano col mare, perché lo stiamo sporcando.
ed è proprio carino questo full moon party vero e tipico, con un sacco di thailandesi, senza musica da discoteca ne ragazzetti sbronzi che ballano.

mercoledì 28 novembre 2012

martedì 27 novembre in viaggio per Chumpon, verso Ko Tao

al mattino ci incontriamo direttamente in stazione con Renaud, alle 11:00 per prendere i biglietti di terza classe sul treno per chumpon. e anche questa volta paghiamo solo 49B, per fare 250km, un tragitto ancora più lungo della prima volta.
il treno è in ritardo, e il ritardo aumenta. Rob s'è fermato con noi e Sandro e Daniela sono arrivati a salutarci. il treno alla fine parte alle 12:50 ma tanto abbiamo un sacco di tempo noi. questa volta i sedili sono un poco imbottiti, ma dopo qualche ora la differenza non si sente tanto, e i finestrini mancano sempre e quando piove bisogna allontanarsi tutti da quei finestrini che non si possono chiudere.
6 ore di viaggio e si scambia giusto qualche sorriso e qualche saluto con le ragazze della fila dietro di noi.

ma quando arriviamo alla stazione di Chumpon e non sappiamo dove andare, proprio una delle ragazze, vedendoci forse un po' spaesati ci si avvicina e ci parla in inglese :-)
noi chiediamo informazioni e lei è gentilissima, ci accompagna fuori dalla stazione e fino ad un piccolo bus, parla in thai con gli autisti e ci indica il bus giusto che ci porta al giusto pontile dove prendere il traghettino per andare a Ko Tao. non solo l'autista è disposto ad aspettarci anche per un bel po' e dopo aver camminato per un po' e mangiato, invece ci dover ritornare in dietro fino alla stazione, ce lo ritroviamo davanti che ci aspetta, pronto ad andare.
saliamo a bordo, sulle panche nel cassone posteriore e dopo nemmeno 15 minuti siamo sul pontile dove ad accoglierci c'è uno simpatico scozzese dalla parlantina esagerata.

non so se sia l'armatore del traghettino o il comandante, ma di sicuro si occupa lui di accogliere tutti e di dare tutte le informazioni sulla barca e anche sull'isola di Ko Tao. e ci da un sacco di informazioni su dove possiamo andare a dormire, a mangiare e ad immergerci, tutto gratis anche lui chiaramente! e immagino tutto con percentuale.
nessun problema chiaramente, lui fa il suo lavoro di venditore e noi facciamo il nostro di viaggiatori indipendenti. prendiamo le informazioni che ci servono e lasciamo quello che si paga. curiosiamo dappertutto e poi facciamo a modo nostro, e dove ci dicono che non si può risparmiare e che non si può spendere meno e che una stanza non costa meno di 600B, noi ne troviamo una per 350, per due persone, e andiamo a piedi e mangiamo per strada spendendo sempre meno e mangiando sempre meglio.

il traghetto è davvero nuovo di zecca, al secondo viaggio, e come ci aveva avvisato lo scozzese è tutto pulitissimo, e appena riverniciato a nuovo con smalto brillante di colori carini. ci leviamo le scarpe prima d'entrare e ci sistemiamo ognuno su un letto a castello della grande camerata.abbiamo pagato 300B a persona per partire stanotte alle  11:00 pm e arrivare domani mattina alle 7:00 am, ma abbiamo risparmiato una notte di hotel e il caffè prima di salire a bordo ce l'ha offerto lo scozzese.
alla fine un ottimo prezzo, e a bordo dormiamo veramente bene. anche se il mare a momenti e un po' agitato, ma io dormo come un sasso.

martedì 27 novembre 2012

lunedì 26 novembre a Hua Hin

la mattina come concordato la sera prima ci incontriamo con Renaud alle 10 vicino al suo hotel. facciamo colazione un po' e parliamo del da fare. Rob c'aveva suggerito d'andare a vedere un antico palazzo a poca distanza, completamente fatto in teak, e un paio di templi molto interessanti di cui parla anche la Lonely Planet. si potrebbe fare anche altre cosette, ma il problema è che piove da stanotte, e piove tanto, quindi andarsene in giro col motorino sarebbe decisamente scomodo.
in ogni caso decidiamo che è meglio partire domattina per andare a Ko Tao e andiamo in stazione per controllare gli orari del treno. il treno parte alle 11:50 o forse alle 11:15 a dire il vero non si capisce bene dalla pronuncia della ragazza della biglietteria. chiedi di ripetere ma il dubbio rimane ancora. nessun problema, noi alle 11:00 saremo qui per comprare i nostri biglietti di terza classe.
camminiamo un po' per la città cercando i posti più riparati dalla pioggia, si fa ora di pranzo e finiamo dentro un mercato enorme; lo gironzoliamo tutto, con tanto di pausa pranzo, ma dopo pranzo e frutta sembra non esserci altro di interessante da fare. così mi viene in mente, giusto per passare il tempo, di provare questo famoso massaggio thailandese, con l'incoraggiamento di Renaud.
Lui l'ha già provato e mi spiega che non è per niente il massaggio delicato e rilassante che ci si può aspettare, ma piuttosto qualcosa di molto simile ad un mix tra un massaggio terapeutico e una seduta di osteopatia. wow! niente di meglio per la mia schiena penso, e provo di corsa, nel primo centro massaggi che mi sembra un po' più serio degli altri visti ogni 2 metri.
il massaggio è fantastico, oltre ogni aspettativa, e Saha, la mia massaggiatrice di 1 metro e 50 e 40kg mi acchiappa e mi strapazza ben bene, dalla testa ai piedi; tanto che a momento sembra che mi voglia strappare via una gamba o un braccio :-)
poveretta, piccola com'è chissà che fatica deve fare, un ora di fila, eppure mi piglia, mi piega, mi contorce, mi gira, mi strizza e mi distende la schiena ...e quando esco sto veramente a meraviglia!
non posso fare a meno di sorridere a di pensare a come sia quando le capita un turista tedesco o americano, vecchio e ciccione, magari di 190cm e 130kg. chissà alla fine chi dei due sarà più sfinito dopo il massaggio.
non piove più e dopo un trattamento del genere gli osteopati da cui sono stato mi consigliano di camminare, quindi lascio perdere taxi moto e tuc tuc e decido di ritornare a casa di Rob a piedi. la strada sembra chiarissima fatta in motorino e c'è una piccola cartina dietro il bigliettino da visita di Rob. ma nella realtà ci son strade e stradine che non ricordavo e che sul bigliettino non ci sono, e io cammino e cerco la via, e alla fine la trovo, ma dopo due ore di camminata! ...beh poco male, di tempo ne ho sempre tanto.
si son fatte le sei quando arrivo da Rob, giusto il tempo di una lunga chiacchierata su skype con mamma e con mia sorella ed ecco Rob che entra in stanza con una tazza di caffè. non faccio in tempo a finire il caffè, ne la telefonata che ecco entrare Chai con un enorme boccale di birra ghiacciata, e lo racconto in tempo reale a mia sorella. chiacchiero ancora e sento che arrivano anche Sandro e Daniela. chiudo il telefono e vado fuori a salutare e Rob e Chai mi propongono di chiamare anche Renaud per la cena, e dopo poco Rob lo va a prendere per il motorino. è carina la cena, come ieri del resto. e anche se doveva essere la cena in cui finire il troppo cibo di ieri, si capisce subito che Chai a barato e porta in tavola anche stasera una gran quantità di piatti, molti dei quali appena preparati. e allora si mangia e si beve, e si parla in inglese e in italiano e qualche mezza frase abbozzata in francese. e si chiacchiera tanto e si sta bene con i nuovi amici appena conosciuti. ma domani si parte ancora per andare a Ko Tao, l'isola delle tartarughe, lontana una notte di traghettino dalla costa est della Thailandia.