sabato 15 dicembre 2012

l'arrivo a Penang

Venerdì mattina 14 dicembre ci svegliamo con tutta calma, e ci vediamo nella reception per la colazione. toast con burro e marmellata e thé sono compresi nel prezzo. le ragazze della reception sono carine e gentili, un po' esagitate forse, mentre il vecchio thailandese proprietario della guest house è il più nervoso di tutti.
una coppia di inglesi, al mattino presto si son lamentati perché non c'era del latte con cui macchiare il caffè, hanno detto qualche parolaccia e usato in malomodo il tostapane; e la vicenda è diventata il grande evento del giorno, e la raccontano a tutti, e con tutti si lamentano che loro son così carini e gentili, mentre i due clienti inglesi son stati maleducati! il ragazzo ha perfino detto "fuck off!" al tostapane che non riusciva a far funzionare ... raccontato da loro è tutto così buffo ed esagerato :)
finita la colazione si parte. siamo io Renaud e Andrea di Cagliari, e facciamo un giretto a piedi. camminiamo verso il mare, dal lato del canale che separa Penang dalla terra ferma, un miglio o forse due di mare, tutto punteggiato di porti commerciali, cantieri navali, petroliere e porta container in attesa di caricare o scaricare. poco più avanti paghiamo qualche riggit per entrare a visitare un piccolo forte di cui non conosciamo la storia ne le origini, perché qui a Penang le dominazioni e le invasioni sono state numerosissime, continue e di ogni provenienza, sia dall'asia che dall'africa che dall'europa. è proprio piccolo e in mezz'ora lo visitiamo nel dettaglio, ci fermiamo sul prato, facciamo il giro completo delle mura, facciamo foto ad un grosso cannone e alla costa che si vede in lontananza, facciamo delle soste a chiacchierare sulle panchine all'ombra.
usciti del forte camminiamo verso little india, e in cento metri l'atmosfera che si respira cambia completamente. non sono mai stato in india, ma sembra quasi d'esserci adesso, è tutto diverso da dieci minuti prima. è diversa la gente, i vestiti, la musica, i profumi e il cibo. tutto molto carino. e dopo 500 metri, attraversata little india e ritornati sulla strada principale, tutto ritorna come prima in un attimo.
girovagando senza una meta precisa arriviamo anche in un grande tempio cinese. lo visitiamo e io mi rendo conto di non sapere assolutamente niente di quale possa essere la religione cinese. non saprei dirlo, non ho nessuna notizia certa sulla cosa. vago per il tempio alla ricerca di indizi, cerco un oggetto di culto, una statua, un dipinto o un dettaglio nelle decorazione da cui si possa intuire in cosa credano o a chi siano devoti, ma niente! ...è mai possibile che nessuno di noi tre davvero sappia niente dei culti religiosi del popolo cinese? mi segno un appunto sul telefono, cercherò informazioni su google appena posso per mettere una pezza a questa mia ignoranza sull'argomento!
per pranzo facciamo dieci passi indietro verso little india e mangiamo riso con tandoori chicken e verdure. tutto molto buono, ma gli indiani hanno uno strano senso della misura per il piccante, e anche se a me piace il piccante e anche se il ragazzo che serve le verdure ha assicurato "questo non è piccante per niente", a momenti sudo freddo.
non sembra esserci tanto di interessante nei dintorni, così camminiamo un po' verso il palazzo più alto che riusciamo a vedere in lontananza. pare sia il palazzo più alto di tutta l'isola, e nasconde sotto il centro commerciale più grande dell'isola.
buona parte dell'economia della malesia si basa sulla produzione di apparecchiature elettroniche e in questo paese sembra che tutti abbiamo una grande passione per i prodotti elettronici. e questo per tre uomini in vacanza che non hanno niente di interessante da fare alla fine risulta quasi irresistibile ...visto che non abbiamo niente da fare, visto che abbiamo tutto il tempo di dare un'occhiata con calma, visto che in un mese in thailandia abbiamo visitato templi a sufficienza per tutta la vita, e visto che la dentro ci sarà un po' di aria condizionata ...andiamo a perderci un po' di tempo.
ma alla fine niente d'entusiasmante a parte l'aria condizionata, e i prezzi sono praticamente europei, o a volte anche più alti.
sfogata la pulsione dell'elettronica di consumo, ritorniamo a passi svelti verso la guest house. il pomeriggio è davvero troppo caldo per andare in giro, così lo passiamo in guest house a leggere, sul letto e sotto il ventilatore, e a navigare su internet dalle panche della reception. facciamo amicizia con uno dei dipendenti dell'ostello. lui è di origine cinese, come al solito dall'età indefinibile (forse 40 anni, forse 55), è stato sposato con un'australiana e ha vissuto per anni a Sydney, ora vive a penang da più di anni. ci parla dei suoi viaggi in australia e nel sudest asiatico, mi da qualche raccomandazione su cosa vedere quando sarò a Sydney e ci dice cosa andare a vedere qui a Penang. e sa tutto di Penang, compresi i numeri e gli orari degli autobus, dove passano e dove vanno.
cogliamo l'occasione al volo e chiediamo a lui, visto che è cinese, di darci qualche informazione sulla religione del posto. ci spiega che qui c'è una varietà enorme di diverse etnie e quindi di religioni. i navigatori e colonizzatori arabi hanno portato popolazioni e tradizioni musulmane, e la Malesia è prevalentemente mussulmana, ma Penang è sempre stata terra di frontiera, invasa e conquistata da navigatori di diversa provenienza e punto di incontro di scambi e di commerci tra sudest asiatico, indonesia, thailandia, cina ed anche europa. e alla fine tutte queste popolazioni, religioni e tradizioni hanno imparato a convivere in modo sereno e pacifico, creando una comunità multietnica.
gli spagnoli e i portoghesi hanno portato il cristianesimo. gli indiani l'induismo, i thailandesi il buddhismo. e poi ci sono i cinesi, cinesi buddisti, cinesi taoisti e cinesi confuciani. decisamente affascinante.
restiamo a chiacchierare ancora un po' e poi chiediamo consiglio per la cena. camminiamo per un po' e arriviamo al red garden, una delle solite grandi food court con una cinquantina di chioschi diversi, che propongono cibo malese, indiano e thai.
sul palco al centro, circondato da tutti i tavoli, un ragazzo e una ragazza alternano canzoni in inglese a canzoni in lingua malese. mangiamo e beviamo una birra "anchor" per 14RM, quasi 4 euro per una bottiglia di birra, l'unica cosa davvero costosa in malesia. si vede che siamo in un paese prevalentemente musulmano, e guardandoci attorno vediamo che quasi solo i turisti consumano birra, mentre i locali raramente la bevono.
finiamo la cena e ascoltiamo ancora un po' di musica. poi ci incamminiamo per il ritorno all'ostello, e lungo la strada facciamo un paio di soste per mangiare della frutta e dei dolci fatti a mano nei carretti lungo la strada.

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