domenica 25 novembre 2012

sabato 24 novembre a Paragon Siam

non ho programmi per la giornata e piovicchia, e non posso che pensare che domani me ne vado da Bangkok. certo vado a sud, ma è un peccato andartene da un posto, specialmente così bello, proprio quando inizi a prenderci gusto. quando ti senti più a tuo agio, e anche se sarebbe esagerato dire "come a casa", ma comunque senti di starci decisamente bene, ecco che sei all'ottavo giorno di fila e domani te ne devi andare. perchè altrimenti davvero rischio di passarci tutto il mese a Bangkok. non che sarebbe una brutta cosa, ma poi il resto della thailandia a chi lo lasci? mica sarà brutto quello! e allora via su ...
mi alzo tardi e faccio colazione con calma. in un bar vicino all'ostello mi concedo le uova strapazzate col pane tostato, che di pane qui non se ne mangia mai, e anche se magari l'abbinamento non è il massimo, accompagno tutto con del fantastico thè caldo. passeggio per Rambutrii e visto che il tempo non mi manca decido di andare in spedizione preventiva alla stazione ferroviaria, alla fine di Rama IV, così da accertarmi di dov'è, di quanto tempo serve domani per andarci e magari comprare il biglietto del treno e controllare l'orario che mi hanno indicato.
un pezzo lo faccio col bus e un pezzetto a piedi penso, ma ho il solito problema di trovare il bus giusto e la giusta fermata da cui prenderlo. mentre cammino e cerco mi squilla il telefono, strano, non che riceva tante telefonate qui a Bangkok, specialmente sul mio numero thailandese. sarà Renaud? no Pranotkorn, che sopresa!
rispondo:
- "hei dove sei?"
"ancora a Bangkok perchè?"
- "ma non dovevi partire?"
"si vado a sud domani con il treno"
- "allora se puoi pranziamo insieme, io sono a Paragon Siam e faccio pausa alle 3:00 pm"
"ok ci vediamo li! a dopo"
cambio programma, cambio fermata e cambio bus. è l'una ma a Paragon Siam ci arrivo alle 2:30, un'ora e mezza di autobus in mezzo al traffico. ma mi sembra il minimo salutare Pran che m'ha portato in giro per la città in quel tempio sul canale e spiegato un sacco di cose delle loro tradizioni.
e così son li e aspetto e leggo sul cellulare un pò di notizie sull'italia ... e me la prendo sempre in fretta per i nostri politici del cazzo e per questa crisi fatta a posta per impoverire i poveri e arricchire i ricchi.
dopo un po' arriva Pran, che oggi lavora qui perché l'azienda per cui lavora l'ha mandata a controllare il centro lancome di questo che è il centro commerciale più lussuoso della città. camminiamo verso il piano terra, tutto dedicato al cibo, le racconto dei giorni passati in cui non ci siamo visti, e mi levo dalla testa i politici italiani.
vista l'ora lo stomaco reclama, ma anche qui il cibo è fantastico.
un ora e mezza di pranzo e di chiacchierata, e lei mi spiega che avrei dovuto prendere lo skytrain, non il bus, perchè l'intera città è bloccata dalle manifestazioni delle "magliette gialle". di preciso non mi sa spiegare chi sono e cosa fanno queste magliette gialle, protestano pacificamente contro il governo, malvisto per la dilagante corruzione che ha portato la thailandia a perdere il primo posto al mondo come esportatore di riso, a favore del vietnam. si perché un cartello di politici locali, pur di costringere le aziende esportatrici e corrispondergli dei lauti regali sono arrivati perfino ad ostacolare il commercio del riso verso i paesi esteri, così importante per l'economia di questo paese.
i maiali evidentemente non si sentono mai sazi abbastanza, in nessun paese al mondo, e così si vogliono ingozzare anche qui, col riso. e le magliette gialle scendono in piazza a protestare, e anche qui nessuno sa quanti siano, ma qualcuno parla di un milione di persone per strada a manifestare. e solo il fatto che qualcuno protesti, anche se in modo assolutamente pacifico, sembra una grande sorpresa, e anche quasi una paura per questa città. "perchè i thailandesi non sono abituati a vedere queste cose, ci piace vivere sereni" dice Pran.
lei deve ritornare a lavoro, ed è l'ora dei convenevoli anche con Pran, che mi dice "quando ritorni da queste parti chiamami", come se ci dovessimo rivedere domani.
non è il posto per me il centro commerciale, ma questo è particolare. tutto brillante e luccicante, tutto pieno di vetri e specchi, molto più che lussuoso, molto più che europeo o occidentale, totalmente diverso dagli altri della città. super ordinato e super organizzato. ha un non so che di giapponese, o di cinese, nella scrupolosità esagerata e ha molto di cinese anche nei clienti!
le moglie cinesi delle nuova borghesia ad altissimo reddito vengono qui e si mettono in fila per comprare i capi più costosi della moda italiana. non ne manca nemmeno uno, armani, gucci, prada, valentino, missoni, e tanti altri che ora non ricordo. ma tutti sono scintillanti, costosi e pieni di gente che compra. non fanno il giro della domenica a passare il tempo le turiste cinesi, escono con le buste piene da ogni negozio. e anche l'arabo che esce dal negozio di prada con le 4 mogli vestite uguali; anche loro son pieni di buste; buste piene di borse di prada, che qui costano ancora più che in italia.
e io continuo girare, e dopo il piano della moda italiana c'è il piano dei cosmetici, dove prima ho raggiunto Pran, e dove Chanel ha un negozio grande come una città e Lancom pure. e dopo al terzo piano, mi ritrovo davanti due Rolls Royce, due Bentley e un altro po' di macchine di lusso, e un intero shop dedicato alle moto ducati.
al quarto piano sbircio rapidamente i giocattolini tecnologici ma poi decido di scappare, mi son rotto le scatole di tutte queste luci e preferisco ritornare per strada, ritornare sul bus, ritornare a khao san e all'happy bar.
ci resto più del solito perché voglio salutare più gente possibile, saluto i proprietari, lui sempre a petto nudo e la sorella sordomuta ma sorridente. saluto i baristi e il ragazzo grosso che porta le rane fritte, e lui le porta anche stasera. saluto i ragazzi francesi conosciuti ieri, gli inglesi, le due ragazze spagnole ...che bello è stato parlare di nuovo un po' di spagnolo con loro ... e saluto thomas, il tedesco che studia thai.
a alla fine è ora e me ne vado a dormire, che domani mi alzo alle 7:00 per andare in stazione, per lasciare Bangkok e andare a sud, e già so che mi mancherà questa città; che otto giorni non sono abbastanza per conoscerla, ma sono abbastanza perché ti piaccia e tanto!

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